Pk Giant 7 – Terremoto
Terremoto: basta un solo nome per indicare la potente forza di questa storia e la complessa carica palingenetica che si porta dietro. Il soggetto di Stenti e Artibani, con la sceneggiatura di quest’ultimo, è una bomba in 70 tavole che innalza ancor di più l’asticella della qualità sula testata. E prima di addentrarci nell’analisi, andiamo subito a vedere i dettagli di questa ristampa. Un danzante e magnetico Paperinik di Mastantuono sfida i suoi nemici, e il lettore, nella nuova copertina (che omaggia da una nuova prospettiva quella vecchia), mentre Intini nello sposter mette da parte l’aspetto umoristico raffigurando uno dei momenti epici della storia, tra rombi di tuono, pioggia battente e il formidabile (anche se presto caduto in disuso) PkJet. Le rubriche della posta sempre graffianti, così come i modellini evroniani.
La storia, dicevamo. Artibani costruisce una trama ricca di nuovi personaggi, colpi di scena, frequenti cambi di setting e un turbine di ottime idee. Un terremoto sottomarino risulta sospetto per i sensori di Uno, e Paperinik si lancia in un indagine che coinvolge uno stimato scienziato di nome Morgan Fairfax e un brillante agente della PBI come Mary Ann Flagstarr: che cosa si nasconde dietro questo intrico di indizi e sospetti? Per quanto le collutazioni e le scene d’azione non manchino – una per tutte la fuga a rotta di collo dal laboratorio, ma si potrebbe continuare a lungo – al centro della vicenda c’è un complesso problema etico, che vedono sfidarsi una contra l’altra la ragione e il cuore. Quando bisogna compiere una scelta, quale criterio va seguito: quello del pensiero scientifico, suffragato da numeri e visioni di lungo termine, oppure quello umano che considera le persone non come semplici numeri ed elementi da test, ma cuori che battono e cervelli che pensano? Su questo crinale, complesso ed affascinante, si gioca il numero e la sfida tra Paperinik e Uno, mai così definiti come persone umane.
A sottolineare il tutto sono i maiuscoli disegni di Francesco Guerrini, qui alla sua prima prova su Pkna. Il guizzante artista bolognese costruisce tavole ampie e ricche di particolari, per poi smontare la narrazione in minute vignette e riquadri più piccoli. Lo spazio bianco quasi salta, in spazi full-color in cui le figure alte e magre dei personaggi, specie quelli nuovi, svettano per presenza scenica. Il tutto viene valorizzato da dialoghi fulminanti, in cui Artibani dosa bene l’aspetto ironico e quello più profondo, in una fusione perfetta che caratterizzava la testata.
Questo è Terremoto, uno dei capolavori della serie. In questa ristampa in grande formato esprime ancor di più il suo valore. Compratevelo, e non ve ne pentirete.