Topolino 3138
Un Topolino all’insegna dello sport, questa settimana: precisamente del grande tennis, dato che copertina, storia d’apertura e rubrica sono dedicati all’ormai prossimo Open d’Australia.
Topolino e l’inseguimento al Grande Slam (Venerus/Mottura) si presenta come una storia a conti fatti abbastanza ben riuscita, se non fosse, però, per un piccolo particolare: il tennis fa solo da sfondo alla trama, dove comunque (e finalmente) si vede un Gambadilegno che perde quei buoni propositi che ultimamente lo hanno influenzato sempre più spesso. Il comparto grafico della storia si rivela, neanche a dirlo, di ottima qualità. Un ottimo inizio per il numero, quindi. Nell’articolo a corredo della storia una carrellata di campioni… quasi tutta al maschile, però. Dare un po’ più di visibilità anche alle tenniste (tra cui possiamo annoverare dei nomi di tutto rispetto anche qui in Italia) e non solo ai loro colleghi non sarebbe stata esattamente una pessima scelta, anzi.
Segue poi la bella Paperino e i 6 gradi di separazione (Salati/Dalena), in cui l’autore prende spunto da una teoria abbastanza nota per imbastire un soggetto fresco ed originale, oltre che coinvolgente: dalle tavole traspare infatti tutta la vitalità dei personaggi e il loro entusiasmo, che si dimostrano anche contagiosi per il lettore.
Con Amelia e la pozione della bruttezza (Figus/Martusciello) si inaugura la serie di storie brevi Antenna magica: come “episodio di lancio” si poteva fare sicuramente meglio, in quanto vedere la fattucchiera napoletana nelle (impacciate?) vesti di promoter televisiva è sicuramente qualcosa di insolito e che andrebbe in qualche modo contestualizzato. ma è anche vero che si tratta di una storiella breve, che più che nella serietà e nella caratterizzazione dei personaggi, ha il suo punto di forza sul ritmo e sui tempi: peccato che anche quelli non siano esattamente ben riusciti.
In questo numero torna sulle pagine del settimanale il fumettista Sio, stavolta accompagnato dalle matite di Enrico Faccini: Paperoga e il pupazzo di neve ubiquo è una carrellata di gag visive e battute fulminanti, caratteristiche che normalmente contraddistinguono le opere di entrambi gli autori, e che non risultano stranianti nemmeno per il personaggio utilizzato, che non a caso è proprio lo strampalato “papero in rosso”. Questa volta il risultato sembra anche riscuotere commenti più unanimi rispetto alle storie di esordio, e questo non può che essere un buon segnale.
Abbandonato il nonsense di Sio, ecco Zio Paperone e il club dei parsimoniosi (Camerini/Gula), che invece si presenta un po’ priva di mordente, data la poca originalità della vicenda narrata (che, oltretutto, sembra fermarsi proprio mentre la vicenda stava per decollare) e i disegni discutibili, perlomeno nella rappresentazione di Rockerduck, che se non fosse per gli occhiali e la bombetta, ha praticamente le sembianze di un qualunque Paperino.
A chiudere il numero la premiata coppia Michelini/Gatto, con Paperino last minute, avventura di stampo decisamente classico (anche troppo, volendo essere pignoli) che ci presenta l’ennesima invenzione di Archimede per rimediare ai pasticci di un certo papero vestito alla marinara: niente che risalti, ma nell’insieme si lascia comunque leggere piacevolmente, e i disegni di Gatto non deludono mai.
Un buon numero che risale la china un po’ piatta delle ultime settimane: avanti così!