Pk Giant 24 – Tyrannic
La copertina di Alberto Lavoradori segna un interessante contrasto con la storia all’interno. Infatti, Tyrannic fu la prima storia pubblicata su Pkna a possedere un approccio più tradizionale, più vicino a quello standard di Topolino. Andrea Ferraris non compie un cattivo lavoro, intendiamoci: il suo disegno pulito e le sue espressioni facciali sono convincenti e chiare, senza mai complicare la narrazione. Ma, certamente, rispetto alle matite viste fino ad adesso mancano i layout complessi, le tavole debordanti, splash page e inquadrature particolari. Il contrasto nasce spontaneo a vedere la copertina inedita di Lavoradori, colui che per primo disegnò Pkna e il cui lavoro a livello di concept fu fondamentale per la realizzazione della serie.
Dopo un lungo periodo passato lontano da Disney, è tornato sulle pagine di Topolino, portando una frizzante carica innovativa, ancora maggiore di quella del 1996. Il suo stile quasi cubista, il suo gusto nella distorsione delle proporzioni, la sua capacità di deformare la realtà pur mantenendola vera e credibile, la sua prospettiva grandangolare, tutti questi elementi sono presenti in questa copertina, esplosiva e capace di attirare l’attenzione. Lavoradori negli ultimi anni ha raccolto detrattori e ammmiratori: noi, personalmente, ci schieriamo tra questi ultimi. In questo numero, poi, si vede il differente approccio, con lo stile di Ferraris, corretto ed efficace, ma in qualche modo spento. Riesce comunque a rappresentare bene le atmosfere un po’ thriller della sceneggiatura di Francesco Artibani. L’autore romano porta avanti la sua saga dedicata a Morgana Fairfax e al progetto Pangea. Il prof., meno magnetico rispetto alla figura altera e affascinante donatagli da Guerrini, continua ad essere un personaggio ricco di fascino, supportato dalla new entry Oberon de Spair che, con poche, efficaci battute, si imprime nella mente del lettore. La storia è dunque ricca di azione e di momenti anche drammatici, e rappresenta un buon numero, seppur minore rispetto alla grandiosità di Terremoto.
Poco da dire sulla miniserie, che si avvia alla conclusione e si fa ricordare per i giochi barocchi di Mottura, sia come matite che come colori.
10 OTT 2016