Topolino 3178
Qualcosa non convince fino in fondo nell'ultimo lavoro di Casty: “Il raggio di Atlantide” è un'ottima storia ma con alcuni punti che la rendono meno riuscita di altre dello stesso autore che giustamente vengono celebrate come capolavori. Ovvio che nessuno pretende una pietra miliare del fumetto ogni volta che Casty si mette all'opera, ma indubbiamente le aspettative in questa occasione erano molte per tutta una serie di fattori, non ultimo la ripresa del ciclo di Atlantide che più volte si era pensato destinato a rimanere incompiuto.
Essenzialmente l'impressione è quella di una lunga spiegazione, per gran parte delle pagine infatti non si fa altro che assistere a resoconti di vicende passate, presentazioni e chiarimenti. Nonostante la lunga parte preparatoria e le pagine del pirotecnico finale, i tre protagonisti per lunghi tratti si limitano ad essere spettatori quasi inattivi. In più ci sono alcuni passaggi poco chiari o comunque deboli: che un pulsante in bella vista non abbia mai indotto nessuno a pigiarlo è evidentemente un'esigenza narrativa messa su per l'occasione ma non molto credibile. Allo stesso modo non è chiaro, o meglio non viene spiegato nonostante le tante pagine dedicate a spiegazioni di ogni tipo, perchè uno degli appartenenti alle lepri viola non sapesse nulla della missione in cui la sua stessa organizzazione era coinvolta. Per finire anche il piano del villain (dai look e dai modi deliziosamente scarpiani), appare un po' troppo complicato: trascorrere anni per ricercare un'antica arma sconosciuta (di cui non è nemmeno certa l'esistenza) per mettere fuori uso dei satelliti è probabilmente la via più lunga e complicata per chi ha un impero economico e di potere.
Però è qui che si arriva al vero nocciolo della storia: perchè si tratta di aspetti che potevano essere facilmente migliorati ma Atlantide alla fine risulta solo un pretesto, quello che più interessa è parlare del ruolo dell'informazione, è muovere una critica (non feroce nè graffiante ma comunque diretta) all'informazione asservita al potere, è mostrare il pericolo che si corre quando i mezzi di comunicazione non sono indipendenti ma devono rispondere a qualcuno. I riferimenti alla storia recente del nostro paese (incidentali o voluti che siano) si sprecano, dalle logge “segrete” che cercano di prendere il controllo dei media a quel simpatico padrone di televisioni che passa il tempo tra feste e belle ragazze.
Oltre a questo e a quella che è comunque una ottima avventura, restano due speranze: che questa storia trovi la sua giusta collocazione all'interno della saga di Atlantide, quando se ne potrà valutare compiutamente la sua importanza e che Antinea sia qualcosa di più di una anziana scienziata-baby sitter perchè sembra avere tutto per essere uno di qui personaggi epici caratteristici dell'autore goriziano.
In apertura del fascicolo, il secondo appuntamento con le storie dedicate alla scienza: questa volta è compito di Fausto Vitaliano, affiancato da Carlo Limido, parlarci delle onde gravitazionali. Dimenticate le guest star dello scorso episodio, questa volta il palcoscenico torna ad essere unicamente dei personaggi Disney, però quel che viene fuori è una storiella abbastanza blanda. C'è da dire che l'argomento non è certo dei più semplici e ancor meno è facilmente trasponibile in un fumetto come quello Disney. Diciamo che ci si è presi una grandissima licenza (scientifica) per imbastire una avventura con Topolino & c. che abbia una qualche morale e non risulti troppo noiosa ma che non restituisce che una minima parte della complessità del fenomeno. Però non è questa una colpa, in fondo non sono storie pensate per insegnare ma per smuovere la curiosità dei lettori ad interessarsene autonomamente. Speriamo solo in futuro di leggere episodi con un po' più di mordente.
Per il resto riempitive abbastanza noiose, che si tratti di Paperino o di Super Pippo non lasciano traccia alcuna.