Topolino 3329
Il Topolino di questa settimana si apre con una bellissima cover di Giorgio Cavazzano, dedicata alla storia d’apertura Topolino e il padrone del buio (Artibani/Intini) dove Topolino riceve un messaggio di Eta Beta direttamente dal futuro e, grazie alla macchina del tempo di Zapotec e Marlin, corre in soccorso dell’amico. Si ritroverà in un mondo completamente al buio, perché il reattore a fusione nucleare, che produce tutta l’energia necessaria al pianeta tramite la fusione nucleare sicura, si è guastato e l’unico modo per ripararlo è tornare nel passato a cercare il pezzo di ricambio necessario. La storia, che fa parte del ciclo Comic & Science, è un po’ come sempre il pretesto per avvicinare le giovani generazioni (e non solo) alle nuove scoperte scientifiche e dovrebbe quindi avere uno scopo divulgativo. C’è da dire però che vista la complessità degli argomenti, alla fine si rischia di semplificare un po’ troppo e, al di là dell’inserimento del reattore a fusione nucleare (che scopriremo poi esistere davvero, grazie ad un articolo di approfondimento ad esso dedicato), non resta poi molto al lettore, se non una classica storia di Topolino ed Eta Beta.
Continua poi con un doppio episodio, la saga di Bruno Enna dedicata ai tre nipotini di Paperino. Nella prima: Qui, Quo, Qua in: Tre paperi in gioco – Episodio 3: Grandi speranze (Enna/Perina), vediamo avvicinarsi l’inizio del campionato con Paperino che deve fronteggiare i genitori della squadra di calcio di Paperoga, molto scettici sulle effettive competenze dell’allenatore e dubbiosi sulla reale bontà dei suoi metodi di allenamento. Scopriranno invece che Paperoga ha insegnato ai loro figli qualcosa di più importante della tecnica: lo spirito di squadra.
Nella seconda storia Qui, Quo, Qua in: Un papero in musica – Note dolenti (Enna/Mazzarello), invece, prosegue l’avventura musicale di Qua, che si affida al bulletto Duke per fare da manager alla sua band. Le cose non andranno però come previsto, perché Duke, almeno in un primo momento, non rinnegherà la sua vera natura. Saranno la gentilezza e l’amicizia di Qua e della sua band a farlo ricredere e a farlo tornare (almeno per ora) sulla retta via.
Entrambe le storie sono molto gradevoli e si possono quindi definire promosse. L’intera serie ci era però stata presentata come altamente innovativa e ci erano stati promessi dei cambiamenti che avrebbero dovuto segnare per sempre lo sviluppo dei tre paperotti. Forse manca un po’ questo, perché ancora non si vedono all’orizzonte cambiamenti epocali.
Dispiace anche un po’ che all’impegno posto da Bruno Enna nel separare Qui Quo Qua e dare ad ognuno una propria personalità, non corrisponda altrettanta attenzione a livello redazionale: dopo aver infatti seguito Qua e la sua band, proprio nella didascalia dell’ultima tavola di questa storia ci dicono che “prosegue l’avventura musicale di Quo”.
Continua la serie di Young Donald Duck, ma nonostante l’impressionante numero di persone che lavorano ad ogni episodio, le trame cominciano un po’ a risentire della stanchezza degli ormai sei episodi alle spalle e perdono di qualità.
Chiude il numero Zio Paperone e l’isola furfantesca (Moscato/Soffritti) dove Paperone e nipotame, seguendo i Bassotti con la refurtiva, finiscono nell’isola di Lestofanzia, patria di ladri e borseggiatori, dando il via ad una serie di gag surreali.
Interessante, infine, è l’annuncio fatto dal direttore Bertani nel suo editoriale del ritorno di Marco Rota nella famiglia di Topolino, con una sua storia inedita che verrà pubblicata proprio sulle pagine del settimanale in occasione di Lucca Comics & Games, celebrata da una cover variant e dalla presenza dello stesso autore alla manifestazione, che si avvicina oramai a grandi passi.
16 SET 2019