Topolino 3356
Non so se questo Topolino risenta un po’ del clima triste che aleggia nel Paese a causa del Coronavirus, ma di sicuro non riesce a distrarci in questo momento. Gli editoriali parlano di cose che non si sa quando vedremo: uno è dedicato all’Europeo di calcio già rimandato all’anno venturo, uno al live action di Mulan che avremmo dovuto vedere al cinema, ma in questo periodo neanche ricordiamo più la sensazione di sederci sulle poltroncine rosse a gustare un bel film in compagnia. Un articolo è dedicato alla giornata mondiale della felicità , che di questi tempi, diciamocelo, è passata un po’ in secondo piano e almeno con l’ultimo possiamo rinfrancarci… perché sì, per fortuna il gelato possiamo mangiarlo anche a casa!
Se pensavamo di risollevarci con le storie, però, non ci va molto bene. Questa settimana finisce 19.999 leghe sotto i mari (Artibani/Pastrovicchio) lasciando un po’ di perplessità . Il lettore scivola tra le pagine, accompagnato forse più dai bellissimi disegni che dalla suspense creata dalla trama, ma quello che purtroppo manca alla storia per fare un salto di qualità , per passare da buona a memorabile, è la mancanza delle emozioni forti che Verne riusciva a creare con i suoi romanzi. Qui vengono molto depotenziate e temo che la maggior parte della responsabilità ce l’abbia Pippo. Pippo è un personaggio meraviglioso ma, secondo me, non adatto a impersonare il Capitano Nemo: un carattere molto complesso, molto affascinante ma allo stesso tempo inquietante, fatto di ombre prima ancora che di luci. Quello che esce da Pippo è… Pippo! In questo caso, un inventore geniale ma comunque svampito, privo del carisma del protagonista di Verne.
La perplessità continua anche nel nuovo progetto che prende avvio questa settimana e che il direttore Bertani ci anticipa nell’editoriale: Topolino, le origini, una serie che dovrà portarci nel passato di Topolino e farci capire un po’ di più della sua giovinezza, come in un romanzo di formazione. Il primo episodio, Vita vera, sceneggiato da Danilo Deninotti affiancato ai disegni da Fabrizio Petrossi, vede Topolino lasciare l’università e tornare a Topolinia, dove incontra l’amico Pippo e ottiene quasi per caso il suo primo incarico di giornalista. Nella storia non manca una citazione a Young Donald Duck (serie pubblicata di recente nelle pagine del settimanale), in una sorta di crossover, pratica che ormai pare consolidata all’interno del libretto, dove troviamo continui rimandi tra serie. La narrazione però non riesce ad entusiasmare il lettore, che ha l’idea di trovarsi di fronte a qualcosa di già visto e non aggiunge niente di rilevante a ciò che sapeva già di Topolino; vedremo se magari le puntate successive riusciranno ad essere più avvincenti.
Buona prova, invece, per Roberto Gagnor e Claudio Sciarrone e il loro secondo episodio di Area 15. In Qui, Quo, Qua – La collezione dei ricordi i due riescono a catturare tutte le manie e i tic dei collezionisti che affollano le fiere del fumetto. Difficile non riconoscersi nei protagonisti quando cercano il minimo difetto nella costina di un albo prima di comprarlo o nella ricerca compulsiva di action figure che, al di là del valore commerciale, rivestono un enorme valore sentimentale grazie ai ricordi che i personaggi riprodotti rievocano. Tra un sorriso e un sospiro, questa storia ci ricorda in questo momento difficile un mondo che ci è caro e che speriamo di rivivere al più presto.
Pippospot – Alta pressione di Alessio Coppola è una breve che dovrebbe, forse, divertire, ma che non riesce fino in fondo nel compito, mentre più carina è La Banda Bassotti e la concorrenza di quartiere (Panini/Limido), dove la banda meno temibile di Paperopoli cerca di incastrare una coppia di ladri concorrenti e, per farlo, chiede aiuto a tutta la criminalità della città … il risultato, come sempre, è un disastro!
La storia più bella del numero, infine, è sicuramente quella di Marco Rota, Paperino e l’approdo sfortunato della Dollaro bucato. Paperino, su una barca al largo delle isole del Pacifico, confessa ai nipoti un’avventura sfortunata, avvenuta anni prima, del cui esito infausto Zio Paperone non è del tutto a conoscenza. Il lettore viene rapito dal racconto di Paperino e dai meravigliosi disegni dell’autore milanese e arriva in fondo all’avventura facendo anche un sorriso.
Un numero quindi un po’ sottotono, speriamo di risollevarci con il prossimo!
23 MAR 2020