Topolino 3360
L’editoriale del direttore Bertani è interamente dedicato al ritorno in edicola del Nuovo Manuale delle Giovani Marmotte, in uscita a fine aprile, che ci terrà compagnia per tutti i mesi estivi. Come detto dal direttore in una recente intervista online al The Fisbio Show, la nuova pubblicazione, dedicata proprio alla riscoperta delle attività all’aria aperta, per ironia della sorte esce in un momento in cui di uscire non se ne parla proprio; ci farà comunque compagnia fino al tanto sospirato momento in cui potremo tornare ad una sorta di normalità .
Ad aprire il numero è Papersera News: Zio Paperone e la formula minacciata, dove Paperino e Paperoga indagano, nel loro classico modo strampalato, sul tentativo di furto della formula segreta della PaperCola. La storia, scritta e disegnata come le precedenti della serie da Corrado Mastantuono, segue uno schema classico che la rende leggera ma allo stesso tempo godibile, senza particolari ambizioni, in grado di intrattenere il lettore.
Troviamo poi il secondo episodio di Zio Paperone e la pietra dell’oltreblù (Enna/Perina). L’autore sardo, dopo Leonardo da Vinci, si trova quest’anno ad omaggiare Raffaello Sanzio, sempre in occasione della ricorrenza dei 500 anni dalla morte. In questo caso manda Paperone e nipoti in Italia ad indagare sull’esistenza di una pietra particolare che il grande artista avrebbe usato in alcuni suoi quadri: una pietra in grado di creare un blu molto più intenso di quelli fino a quel momento utilizzati e che potrebbe servire ad Amelia per creare un amuleto in grado di superare le barriere all’aglio che proteggono il deposito. I paperopolesi, in compagnia dello storico Adalbecco Quagliaroli e famiglia (vecchie conoscenze incontrate nella precedente avventura), inizieranno dalle Marche, più precisamente da Urbino, questa nuova caccia al tesoro. Come finirà ? È troppo presto per dire qualcosa sulla storia, aspettiamo i prossimi episodi e vedremo.
Piacevoli le due brevi: Topolino e l’inseguimento… a suon di zapping (Panini/Campinoti) e Paperino e la sfida all’ultima moda (Mazzoleni/Barbieri). Nella prima, Topolino dovrà cercare di impedire a Macchia Nera di fuggire con un prezioso diamante, ma un congegno ad attivazione vocale renderà le cose più difficili del previsto. Nella seconda, invece, Paperino e Gastone si batteranno a duello per comparire su un cartellone pubblicitario. La spunterà Paperino, ma sarà davvero una bella notizia?
In Indiana Pipps e il tamburo della città perduta (Panini/Mazzon), l’archeologo pippide e Kranz si scontreranno nel deserto alla ricerca del “tamburo dei tuoni”, un leggendario strumento in grado, se suonato, di far piovere. Lo schema è più che consolidato, cambiano leggermente i connotati della trama, ma l’intelaiatura è più o meno sempre la stessa e, forse proprio per questo, risulta gradevole.
E, per concludere, arriviamo a Reginella e lo specchio del sorriso (Stabile/Castellani), terzo episodio di una miniserie con protagonista la regina di Pacificus. Purtroppo, la storia mostra molti limiti. Cerchiamo di tirare un po’ le somme generali di questo progetto. Anche Stabile, nel momento in cui si è trovato a riprendere il personaggio di Reginella, ha dovuto evitare di citare l’amore che la legava a Paperino e che tanto ci aveva fatto sospirare nelle storie di Rodolfo Cimino. Ha così optato per la rimozione del personaggio di Paperino, facendola interagire con altri personaggi provenienti da Paperopoli: stavolta tocca ad Archimede e Paperoga.
Il problema più grosso di queste storie, però, è il tono delle stesse, decisamente troppo infantile. La regina di Pacificus, da grande sovrana responsabile, che tiene al proprio popolo al punto da sacrificare tutto per tenerlo al sicuro, incluso il suo grande amore, diventa una ragazzina petulante. L’esperto le dice di correre ai ripari perché sta arrivando la “luna storta”, che potrebbe causarle problemi di umore (tra l’altro, parliamone?!?). Lei vuole vedere questa benedetta “luna storta”, come i bambini a cui si dice di non toccare qualcosa e loro toccano. Il tono infantile poi pervade tutte le tavole, basti pensare alla luna di formaggio, alle saponette date in pasto al drago per spegnere le fiamme, o alla panna spray in grado di catapultare Paperoga da un lato all’altro del precipizio: anche solo elencando questi elementi ci si rende conto dello spessore della trama, che è poca cosa. Insomma, si può pure accettare di separare Reginella da Paperino (a malincuore, ma sembra inutile discuterne), ma almeno bisognerebbe cercare di salvare qualcosa della grandezza del personaggio. Non basta la foto nell’ultima tavola per far fare un sussulto agli appassionati, perché la toppa è troppo piccola per un buco così grande. Stabile ha fatto quello che ha potuto, ma ci si torna a chiedere: è davvero necessario riprendere un personaggio della potenza di Reginella, per poi togliere tutto quello che lo ha reso peculiare?
Per quanto riguarda i redazionali, troviamo un’intervista all’ultimo vincitore di Sanremo, Diodato, seguito da alcune pagine piene di foto che ritraggono i cantanti in gara con in mano un numero di Topolino, peccato che dal Festival ormai siano passati mesi e che il povero Nigiotti si veda ribattezzato per l’occasione e apprenda dalle pagine di non chiamarsi più Enrico, bensì Federico.
21 APR 2020