Topolino 3573

20 GIU 2024
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La divertente copertina realizzata da Francesco D’Ippolito per Topolino 3573 è dedicata alla storia d’apertura, ovvero Zio Paperone, Rockerduck e il bombetta business (Badino/Intini). Si tratta di una vicenda surreale, che estremizza ai massimi la gag, ricorrente e ormai abusata, di Rockerduck che mangia la propria bombetta a causa delle proprie sconfitte economiche.

La sceneggiatura si caratterizza come ricca di parole ricercate e dialoghi spiritosi per lanciare il nuovo, improbabile business che travolge i paperopolesi, giocando sul significato psicologico che c’è dietro. Mangiare una bombetta come simbolo di rivalsa e di futura rivincita diventa così un rito collettivo, oltre che una iniziativa di successo. Lo spunto, per quanto assurdo, si rivela più profondo del previsto, riscattato dai disegni di Intini. Senza la sua matita, la storia sarebbe un’altra cosa. Il disegnatore veneto imprime ai personaggi espressioni cariche, multiformi, decisive, sempre assolutamente capaci di colpire il lettore.

Una lezione da tenere sempre a mente

A seguire, troviamo la seconda parte di Pippo Holmes in: una salsa in rosso, nella quale viene sciolto il mistero lasciato in sospeso la settimana scorsa. Bruno Enna confeziona una parodia del romanzo di Doyle che rispetta nella struttura l’originale, sapendosi però prendere le necessarie libertà. In particolare, è molto apprezzato il flashback pittorico che, come nel romanzo, diventa un racconto nel racconto (una tecnica usata anche altre volte dallo scrittore inglese per i gialli di Holmes). La risoluzione della vicenda, basata su un equivoco, risulta forse un poco dissonante, ma la brillantezza dei dialoghi e dei tormentoni risulta molto piacevole.

Anche in questo caso, i disegni di Paolo Mottura amplificano la portata del racconto. Inquadrature tridimensionali, sfondi dettagliati, tecniche inconsuete, vignette dai bordi caratteristici e colori speciali di Emanuele Virzì rendono la vicenda riuscita, e siamo curiosi per i prossimi sviluppi.

Stampe ottocentesche e sfumature impressioniste

La prima amaca è una nuova storia della serie Pianeta Paperino, nella quale Vito Stabile ci racconta i retroscena di alcuni tratti o oggetti caratteristici del personaggio. In questo caso, l’amaca diventa terreno di scontro e di incontro tra Gastone, Paperoga e Archimede, mostrandoci sequenze piuttosto esilaranti (tra cui la bottega sartoriale “Il papero a modino”). I disegni di Marco Rota coadiuvato dal figlio Stefano risultano sicuramente vintage, ma non sappiamo se sia un complimento.

Davide Aicardi e Giulia La Torre ci portano invece nello spensierato periodo dell’infanzia, in cui ogni occasione risulta vincente per lasciarsi trasportare nel mondo dell’immaginazione e sognare con gli occhi aperti. Quello che conta ne L’invasione aliena, storia parte della serie Paperino Paperotto – Un magico mondo alla fattoria, è il gioco con il lettore, che deve ritornare indietro nel tempo e tornare ad immaginare. Si tratta di un esercizio non banale e che sicuramente risulta uno strumento potente. A me ha ricordato anche una canzone di Caparezza, La chiave, e in particolare questa citazione:

Chi dice che il mondo è meraviglioso
Non ha visto quello che ti stai creando per restarci

Si tratta in fondo di un tratto distintivo delle storie del personaggio fin dai suoi albori, ed è un vero piacere ritrovarlo.

Sognare a occhi aperti, tutti i giorni…

Il numero si chiude con La grande mitologia Papera – Il volo di Archidedalo, in cui Luca Barbieri si ricollega al filo di Paperarianna e, grazie ai disegni di Giampaolo Soldati, ci illustra il mito di Dedalo e di Icaro, con gli inevitabili alleggerimenti del caso. Barbieri lega parecchi fatti, giochi olimpici inclusi, e presenta la storia come un reportage giornalistico, dando un taglio cronachistico agli eventi. Molto belle alcune splash-page di Soldati, valorizzate dai colori di Annalisa Ferrari dell’Arancia Studio.

Oltre alla consueta autoconclusiva dedicata a Battista, scritta da Roberto Gagnor e Simone Tempia e disegnata da Carlo Limido, il numero presenta la rubrica su come disegnare i personaggi con il Gastone di Stefano Zanchi (il volto e il primo piano) e un articolo sugli edifici dalle forme architettoniche inconsuete.

Molto interessante anche la rubrica “La parola della settimana“, curata da Marco Dixit e che prende avvio in questo numero. Da sempre uno dei cavalli di battaglia del libretto è la scelta di un linguaggio curato e non banale, e apprezziamo come si voglia mantenere questo approccio.

Prosegue, infine, il reportage sui castelli nel mondo con la continuazione del gadget dedicato al Castello delle Tre Torri di Paperinik allegato al settimanale. Viene mostrato anche il meraviglioso castello di Neuschwanstein, realizzato dal re di Baviera Ludwig II, lui sí uno dei grandi sognatori a occhi aperti, capace di costruire un mondo fatato grazie a incredibili e sognanti palazzi. Su questo tema, ne approffito per consigliare il film di Luchino Visconti, augurandovi che proprio il sogno a occhi aperti possa guidarvi il più possibile.



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Autore dell'articolo: Amedeo Badini

Il fumetto è sempre stato una mia grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico mi ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il mio primo campo, ma non disdegno sortite e passeggiate in territori vicini. Per il Papersera ho scritto più di 100 recensioni, oltre ad aver curato una parte degli articoli sulle testate disney del passato. Inoltre, ho realizzato il Don Rosa Compendium, un'analisi dettagliata di tutte le storie del grande autore del Kentucky. Scrivo di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per la Tana del Sollazzo.

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