Topolino 2760

15 OTT 2008
Voti del fascicolo: Recensore: Medio: (15 voti) Esegui il login per votare!

Non delude le aspettative il finale de i milioni di Marco Topo, egregiamente scritto da Sisti e ben disegnato da Mastantuono. Anche se quelli che avrebbero dovuto essere gli elementi “a sorpresa” erano stati ampiamente previsti da molti lettori, bisogna riconoscere che Sisti non cerca di presentarceli come chissà quali rivelazioni: in pratica, non ha mai cercato di nasconderci veramente la cosa… in conclusione abbiamo una storia ben scritta e divertente, con un finale decisamente aulico e poetico. Personalmente ho particolarmente apprezzato… il NON ritrovamento del tesoro di Marco Topo, a sottolineare che i veri tesori, quando si fa ricerca storica e archeologica, sono quelli della conoscenza e non quelli materiali (un concetto sacrosanto, già espresso nelle precedenti puntate, e mai in maniera pedante ma sempre garbata).
Si prosegue con un Cimino in buona forma, che nella storia Zio Paperone e il congelamento dei crediti recupera una grintosissima Amelia a cui affianca una ancora più grintosa Roberta, a cui contrappone un ancor più grintoso Paperone. La storia non è certo una breve ma forse avrebbe meritato ancora più pagine e anche se il finale contiene un messaggio positivo non mi sarebbe dispiaciuto che fosse un po’ più approfondito. Comunque una splendida storia, non il Cimino della top ten ma ci si avvicina molto. Bravo De Lorenzi; la sua Roberta è appena un po’ più pesante e meno “slanciata” di quella Cavazzaniana anni ’70.
Le due storie centrali sono Gambadilegno in… agguato alla cassa, con un Faraci sotto tono, e Paperino e l’alleato fortunato, arricchita dai bellissimi disegni di Chierchini. Si chiude con Zio Paperone e i sogni rivelatori, storia che presenta delle idee piuttosto interessanti, ma che stranamente non convince del tutto. Lo sviluppo della trama mi è parso discontinuo, come se ci fossero dei salti logici o delle parti non ben esplicate. Insomma, mi parrebbe la storia che potrebbe scrivere uno sceneggiatore con buone idee ma inesperto. Forse è un problema di traduzione, o forse è il mio campanilismo italiota che parla, ma ho l’impressione che uno sceneggiatore “dei nostri” sarebbe riuscito a renderla più scorrevole.
Dicono poco le tavole dedicate a Wall.E; il “che aria tira…” scherza sul “lateral thinking” di Pippo; carino il ciak finale.

Autore dell'articolo: Brigitta McBridge