Tesori Disney 4

01 OTT 2009
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È uscito il quarto numero di Tesori Disney, lasciando delusi i più, che vedono avverarsi i timori suscitati sin dal secondo numero della collana: fatta eccezione per il primo numero, la serie non sta per adesso proponendo saghe mai raccolte prima d’ora ma sembra più una sorta di riedizione deluxe di volumi già usciti in passato. La Storia e Gloria aveva dalla sua la rimozione delle censure, il Milione raccoglieva due storie “tematiche” ma questa è la riproposizione pari pari del volume su Messer Papero già uscito qualche anno fa, senza alcuna aggiunta. Problema che non si pone per me, sprovvisto di quel volume, ma che posso immaginare infastidisca molti. Procedendo nella lettura ho potuto verificare com’è effettivamente questa storia, sceneggiata da un Guido Martina tardo e disegnata da un Giovan Battista Carpi in forma. Ne possedevo solo il primo capitolo, e mi aveva incuriosito il resto, grazie alla citazione che ne faceva Luca Boschi nel suo 60 anni insieme.
La storia non è didattica come si crede, anche se nasce con un presupposto didascalico, e ripercorre un bel po’ di storia della Toscana, in modo simpatico e leggero. In pieno stile Guido Martina (anche se meno cattivo del solito), insomma. Che significa cosa buone ma anche cose meno buone, infatti come nella Storia e Gloria non è che sia la coerenza interna e il risultato totale lo scopo di tutto. Non ci sono strafalcioni così grossi, fatta eccezione per l’escamotage che viene utilizzato a un certo punto quando urge far cambiare identità ai protagonisti, ma il piacere che può venire dalla lettura è sicuramente un piacere “episodico”, derivato dal vedere il modo simpatico in cui Guido Martina tratta aneddoti e personaggi del medioevo italiano, più che dalla valutazione complessiva del “progetto”. Insomma soddisfatto, ma con molta riserva sia per i precedenti editoriali che ha avuto la saga, sia per la qualità che pur buona non ne fa certo l’ideale quarto volume della collana. Speriamo bene nel quinto che si pensa possa raccogliere il ciclo paperingio di Bottaro e soprattutto in sta benedetta cronologica di Atomino, che tutti vogliamo.

Autore dell'articolo: Grrodon