Topolino 2839

21 APR 2010
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C’è solo un aggettivo appropriato per descrivere questo numero di Topolino: “imperdibile”. In occasiane del 40.mo “Earth Day“, vengono pubblicate, infatti, una di seguito all’altra, tutte e tre le puntate in cui si sviluppa la meravigliosa Topolino e il mondo di Tutor, ultima fatica del grande Casty. Addirittura superiore all’attesissima “Isola di Quandomai” (pubblicata un mese fa), la storia, irriducibile in poche righe di commento, offre, come ogni capolavoro, più piani di lettura: quello dell’intrattenimento (una fantascienza godibilissima), quello politico-sociale (una velata critica ai “grandi della Terra” e ai loro, spesso inconcludenti, summit sull’ambiente), quello filologico (con costanti omaggi ai Maestri Scarpa e Cimino). La trama, certamente incentrata sul tema della tutela dell’ambiente e sul fatto che il futuro dipende molto dalle scelte presenti, non è affatto retorica, ma, anzi, intrisa di pura poesia. Dopo questa “dichiarazione d’amore” alla lunga storia d’apertura, sarebbe, dunque, facile pensare che il resto del numero abbia ben poco da offrire, e, invece, non è affatto così. Zio Paperone e l’orto bio (Macchetto/Gottardo) è una graziosissima avventura in cui “amici” e “nemici” aiutano, in qualche modo, lo Zione a coltivare il suo orticello, lasciando, pure, lo spazio ad una sorpresa di tipo “sentimentale”. Si conclude, poi, premiando le attese di una settimana fa, Paperino, Paperoga e il grande Mou (Vitaliano/Gervasio), intelligente parodia sia del mondo del calcio, sia della realtà virtuale, che ha instillato anche nel lettore la voglia di tornare, in fondo, a farsi una partita al buon vecchio biliardino.

Autore dell'articolo: Malachia