Topolino 2840

28 APR 2010
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Due parole su un numero che, se confrontato con quello della settimana scorsa, appare abbastanza sottotono. Si incomincia con la prima puntata dell’ennesima saga calcistica: 2010 Mondiali al cubo (Secchi/Perina), che, presumibilmente, ci farà compagnia per un bel po’ di tempo. L’inizio non è dei migliori e l’utilizzo di mirate stelle del “papercalcio” sembra abbastanza pretestuoso, al fine di occupare, mediante una notoria “caccia al tesoro”, tutte le settimane che ci separano al Mondiale sudafricano. Mi pare, comunque, troppo presto per emettere un giudizio di sentenza: staremo a vedere. A margine, l’ambiguo alieno che compare in questa puntata sembra, almeno a prima vista, essere uscito da Zio Paperone e la spazioplastica (1989).
Proseguendo nella lettura, la seconda storia del numero pare, alla fin fine, essere anche la migliore. Paperino, Paperone e la palandrana a catena è una divertente commedia, allestita da Maria Muzzolini, che sembra contraddire il noto proverbio secondo cui “l’abito non fa il monaco”. Il tutto è impreziosito dai bei disegni del “nuovo” Andrea Ferraris, qui abile nel coniugare la tradizione danese con quella quella italiana. Enrico Faccini è, poi, Autore completo di Qui Quo Qua e il pauroso papero nero, storia che si basa su uno spunto molto pregevole, ma il cui svolgimento non è dei più elaborati. Conclude il numero Indiana Pipps e la fonte della Grande Stella, ennesima storia di un personaggio che, già da un po’ di anni, pare, a mio modesto avviso, incapace di esprimere qualcosa di nuvo. La storia del tandem Carlo Panaro-Ottavio Panaro, sembra, inoltre, soffrire di un ritmo disomogeneo (troppo lento nella prima parte, troppo veloce nell’ultima) – evidentemente dettato da esigenze redazionali – e di un apparato grafico che non riesco ad apprezzare pienamente.

Autore dell'articolo: Malachia