Topolino 2941

04 APR 2012
Voti del fascicolo: Recensore: Medio: (20 voti) Esegui il login per votare!

Una copertina dedicata ai 20 anni di Disneyland Paris apre il nuovo numero del settimanale.

Si inizia con la seconda parte di Darkenblot che Casty porta avanti egregiamente, non deludendo affatto e suscitando molta curiosità circa quelli che saranno gli sviluppi. In effetti (come dice lo stesso Topolino) nello svolgimento della vicenda si accumulano una serie di indizi che non lasciano però vedere con chiarezza il disegno globale. Una menzione merita il “nuovo” Macchia Nera: è sempre il criminale geniale e machiavellico che tutti conosciamo, ma la cura Pastrovicchio si fa ammirare soprattutto dal punto di vista estetico. Vederlo aggrappato ai palazzi o volteggiare tra i grattacieli della città non può non far venire in mente il Venom marvelliano mentre, nelle sequenze più “calme”, l’incedere sicuro avvolto in nuovo cappotto ricorda non poco il Darth Vader di Star Wars: una caratterizzazione comunque che non snatura affatto il personaggio originale come si poteva forse temere ma anzi ne accentua la “maestosità” e la megalomania.

Faccini tira fuori dal cilindro una delle sue ormai classiche storie mute a metà tra il surreale e il demenziale, Paperino & Paperoga in poker d’assi: ancora una volta l’impressione è quasi di trovarsi di fronte a un cartone animato, impressione resa ancora più forte dal fatto che i due cugini si danno battaglia come due Wile E. Coyote l’uno contro l’altro armati!

Come intermezzo sono decisamente molto migliori storie così piuttosto che la successiva, Paperinik in uno sporco lavoro firmata da Faraci/Panaro, una breve di Paperinik che alla fine è poco più di un ciak allungato. Insomma da uno come Faraci, considerando anche la frequenza ridotta con cui si fa vedere sulle pagine del settimanale, è lecito aspettarsi molto di più di qualche tavola-strappa sorrisi.

Simpatica assai invece la prova da autore completo di Carlo Limido: il suo paperoga alle prese con la macchinazione di Paperkranz è forse eccessivamente “tonto”, ma alla fine dei conti, la vicenda è divertente e ben disegnata e l’antagonista, comunque di un certo spessore, meriterebbe anche un ritorno, se i futili motivi che lo hanno portato a tessere la sua vendetta non fossero appunto così… futili!

Chiude l’albo Zio Paperone e l’ombra del passato una due-tempi di Carlo Panaro e Michele Mazzon, che riporta lo zione nei luoghi della sua gioventù, a Dawson City. L’intreccio è abbastanza classico e non regala particolari sorprese, la risoluzione del mistero poi è un po’ troppo veloce e improvvisa e Mazzon non sembra molto ispirato, soprattutto nel ritrarre i paperi. Resta comunque una storia gradevole che non sfigura a chiusura dell’albo.

Comparto redazionale invece totalmente anonimo: nonostante l’anniversario di Eurodisney, non ci sono servizi in tema da segnalare, nè altri interventi veramente interessanti. Un po’ di fastidio per l’organizzazione del concorso legato al parco divertimenti: sarà una minuzia ma non era possibile coinvolgere in questa specie di caccia al tesoro le pagine non a fumetti? Inserire delle candele, che compaioono a volte nei posti più assurdi e con dimensioni anche ragguardevoli, all’interno delle tavole è una mancanza di rispetto verso gli autori e verso il pubblico

Autore dell'articolo: Gianni Santarelli

Abruzzese, ingegnere elettronico riconvertito in quel che serve al momento. Il mio rapporto con i fumetti segue tutta la trafila: comincio a cinque anni con le buste risparmio della Bianconi (sovvenzionato da mia zia), poi Disney, i supereroi Corno, i Bonelli (praticamente tutti, anche se abbandonati man mano). Verso i 18 anni scopro le riviste della Comic Art, leggo "Stray toaster" di Sienkiewicz e inizio un giro del mondo fumettistico che ancora non termina. Fumetto franco-belga, argentino, americano, autori celebri e sconosciuti, tutto finisce nella mia biblioteca, molto aspetta ancora di essere letto, nel frattempo dilapido una fortuna. Su due cose sono profondamente ignorante: i supereroi "classici" (ad eccezione di Batman, per cui ho una venerazione, non leggo una storia dell'uomo ragno & c. dagli anni 80) e il fumetto giapponese. Per il Papersera, con il nick "piccolobush", collaboro all'annuale premio, scrivo qualche articolo quando necessario e mi occupo, con puntuale ritardo, del settimanale "Topolino"