Topolino 2942

11 APR 2012
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Un numero sulla falsariga di quelli immediatamente precedenti, quello attualmente in edicola, con storie potenzialmente interessanti ma che finiscono per non convincere mai del tutto.

Darkenblot arriva alla sua conclusione ed è un finale leggermente al di sotto di ciò che le prime due puntate avevano fatto presagire. Casty e Pastrovicchio si congedano con uno showdown piuttosto fracassone che è sicuramente in linea con il nuovo Macchia Nera tratteggiato dal duo ma l’impressione che ci sia più fumo che arrosto è abbastanza forte: la pecca degli autori (forse più di Casty) è stato nell’aver promesso nelle puntate precedenti più di quanto avessero intenzione di mantenere. Resta comunque una storia di ottimo livello che sicuramente avrà un seguito visto l’ultima tavola.

Sisto Nigro e Nicola Tosolini inaugurano con Il galeone vagabondo una nuova serie incentrata sui tesori sommersi e sulla voglia di avventura di Zio Paperone, deciso ad evadere per un po’ da un mondo degli affari abbastanza noioso per riassaporare le emozioni di un tempo. L’idea non è certo nuova e la storia è alquanto noiosa, si trascina per oltre trenta tavole senza che accada qualcosa di veramente interessante.

Dinamite Bla, irascibile celebrità (Mazzoleni/Gottardo) è simpatica e divertente fino circa alla metà e si sarebbe potuta chiudere perfettamente dopo una decina di tavole: la seconda parte è del tutto pretestuosa e non aggiunge nulla finendo anzi con l’appesatire la lettura con gag piuttosto stiracchiate.
La chiusura dell’albo è ad opera di Savini (con i disegni di Barbaro): Zio paperone e la corsa al deposito ha uno spunto davvero gracile però la sceneggiatura è divertente quanto basta per poter riporre l’albo con un sorriso.
Pubblicità, giochi e barzellette riducono sempre più lo spazio che il comparto redazionale può dedicare a dei servizi di rilievo: questa volta però tra le schede dei vendicatori presto al cinema e le battute dei lettori spicca un bell’articolo sulla filiera del riciclo, lettura interessante non solo per i ragazzini.

Autore dell'articolo: Gianni Santarelli

Abruzzese, ingegnere elettronico riconvertito in quel che serve al momento. Il mio rapporto con i fumetti segue tutta la trafila: comincio a cinque anni con le buste risparmio della Bianconi (sovvenzionato da mia zia), poi Disney, i supereroi Corno, i Bonelli (praticamente tutti, anche se abbandonati man mano). Verso i 18 anni scopro le riviste della Comic Art, leggo "Stray toaster" di Sienkiewicz e inizio un giro del mondo fumettistico che ancora non termina. Fumetto franco-belga, argentino, americano, autori celebri e sconosciuti, tutto finisce nella mia biblioteca, molto aspetta ancora di essere letto, nel frattempo dilapido una fortuna. Su due cose sono profondamente ignorante: i supereroi "classici" (ad eccezione di Batman, per cui ho una venerazione, non leggo una storia dell'uomo ragno & c. dagli anni 80) e il fumetto giapponese. Per il Papersera, con il nick "piccolobush", collaboro all'annuale premio, scrivo qualche articolo quando necessario e mi occupo, con puntuale ritardo, del settimanale "Topolino"