Topolino 2944
Dopo sette anni di assenza Pezzin torna su “Topolino” e subito sembra di fare un tuffo indietro di decenni: Paperino e il disperso ritrovato contiene tutti gli elementi caratteristici delle grandi storie papere dell’autore, l’evento memorabile annunciato tramite televisione, Zio Paperone che “vede” l’affare, la rivalità con Rockerduck, l’imprevisto bassottesco… ad ogni pagina si respirano le atmosfere del settimanale anni ’70 quando la coppia formata dai due “Giorgi” veneti, divertiva e si divertiva a più non posso. E chissà se è un caso se oggi troviamo ai disegni il redivivo Lucio Leoni, forse il più adatto tra gli attuali artisti disneyani a richiamare in qualche modo l’esuberanza del Cavazzano di quel periodo. Comunque l’avventura è divertente e Pezzin, come al solito, non si limita ad intrattenere ma prova anche ad insegnare qualcosa, in questo caso criticando l’uso spesso carnascialesco e assai limitato che facciamo di strumenti che avrebbero ben altre potenzialità, televisione ed internet su tutte. Il finale poi è meno banale di quanto si possa immaginare, dato che non viene rivelato quasi nulla e il misterioso ospite decide di tornare lì da dove era venuto portando con sè i suoi segreti. Una storia classica nel senso migliore del termine.
Fanno da contorno a questa gradita rentrèe (di cui non è ancora dato sapere se avrà un seguito) una serie di storie tutto sommato non trascendentali.
Paperinik e l’assistente impertinente scritta dai coniugi Mc Greal inizia facendo quasi temere una sorta di Scassonio Strarompi in versione baby (anche se, visto lo scambio di battute tra i due, il pensiero va piuttosto al Topin di Ratman!), poi vira verso il mèlo e sembra quasi trovare la sua giusta dimensione, quanto meno quella che avrebbe dato maggior interesse e spessore al tutto. Finchè l’autore decide di prendere la strada più scontata, quella del gangster dalla faccia da bimbo (non certo una novita in ambito disney), per il più telefonato dei colpi di scena. E non aiuta il finale dove entrano in gioco tre paperini mascherati per aiutare il nostro eroe (ma chi saranno mai?). I bei disegni di Freccero avrebbero meritato ben altro.
Non va meglio con Papergerone e le guerre tuniche di Michelini, alquanto frammentata e poco scorrevole alla lettura. Più che una storia sembrano degli spezzoni incollati malamente l’uno dopo l’altro, ma ci si consola col ritorno ai pennelli di un Del Conte in buona forma.
E se si spera di rifarsi con un bel giallo topolinesco di quelli che mancano da un po’ non sarà l’episodio Topolino ricercato speciale scritto da Gabriele Panini a permetterlo: una caratterizzazione di Manetta ormai superata, l’idea di svelare da subito l’unico (peraltro labile, quando c’è di mezzo macchia nera si è pronti a tutto) mistero, alcune trovate troppo semplicistiche per risultare davvero credibili (modificare un filmato in quattro e quattr’otto!) tolgono ogni interesse alla lettura di una storia tutt’altro che riuscita.
Per la parte redazionale, esclusa la pubblicità degli avengers (per fortuna, finalmente in uscita nei cinema), davvero nulla da segnalare. E al proposito è presente una mini-intervista a Fabio Volo.