Topolino 2952

20 GIU 2012
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Casty apre il numero di questa settimana con un bella storia che prende garbatamente in giro tutte le tematiche legate agli avvistamenti di ufo, teorie del complotto, uomini in nero e via dicendo. Disegnata da Lorenzo Pastrovicchio, “Topolino e i segreti dell’area 52” possiede caratteristiche tipiche dell’autore goriziano: inizia con un registro brillante e pur mantenendosi su di esso, la tensione sale pian piano quasi senza darlo a vedere fino a coinvolgere tutti, Topolino compreso. Il finale è forse abbastanza prevedibile, era intuibile che i vari segnali sparsi dall’autore fossero dei falsi indizi, ma la storia resta molto godibile grazie alla verve di Casty.

L’altro pezzo forte del numero è la penultima puntata della saga olimpica, “Londra 2012 – caccia all’oro” scritta da Roberto Gagnor e disegnata da Marco Mazzarello: c’era una certa curiosità, vista l’ambientanzione durante i giochi olimpici del 1936, sugli argomenti e su come sarebbero stati trattati. Beh, Gagnor non si nasconde dietro un dito e parla esplicitamente di razzismo e di dittatura senza usare mezzi termini. Jesse Owens (sì, proprio lui) è discriminato perchè nero, i nazisti fanno i nazisti con la giusta prepotenza, compaiono diversi aspetti e personaggi tipici dell’epoca (ad esempio la regista Leni Riefensthal interpretata da Brigitta, che strappa anche un bacio a Paperone) insomma offre diversi spunti su cui riflettere e si passa anche sopra ad uno svolgimento non sempre ottimale. La rivelazione, nell’ultima pagina, dell’identità del nemico poi, in realtà non è una sorpresa, visto che lo stesso autore aveva abbondantemente fatto capire chi fosse. Incuriosisce semmai il voler chiamare la Germania con il nome di Zirconia: può anche essere stato un omaggio al “Casablanca” di Cavazzano (anche Gambadilegno come ufficiale nazista riprende la medesima caratterizzazione) ma è comunque strano visto che nella storia compaiono personaggi realmente esistiti e si fa riferimento esplicito a Berlino!

Il resto delle storie non aggiunge molto al valore dell’albo. Dimenticabile “Commessi paperi – home video” di Panini e Amendola. Il ritorno di Chierchini avrebbe meritato qualcosa di meglio rispetto a “Zio Paperone e la piuma di Dudu” scritta da Chantal Pericoli: abbastanza noiosa e con una certa incongruenza di fondo (l’avarizia è un’indole, la fortuna no!).

E anche la conclusione (ma si annunciano nuove storie della stessa serie) di “Street soccer squad – un mistero da campioni” non è all’altezza della prima parte, pur tenendo conto del target giovanile a cui fa riferimento.

Interessanti invece i troppo brevi articoli a corredo della saga olimpica, che ci raccontano Jesse Owens e Yelena Isimbayeva. Un argomento, quello olimpico, che potrebbe dare materiale per tanti ottimi interventi, ma ahimè, i Wind music awards incalzano!

Autore dell'articolo: Gianni Santarelli

Abruzzese, ingegnere elettronico riconvertito in quel che serve al momento. Il mio rapporto con i fumetti segue tutta la trafila: comincio a cinque anni con le buste risparmio della Bianconi (sovvenzionato da mia zia), poi Disney, i supereroi Corno, i Bonelli (praticamente tutti, anche se abbandonati man mano). Verso i 18 anni scopro le riviste della Comic Art, leggo "Stray toaster" di Sienkiewicz e inizio un giro del mondo fumettistico che ancora non termina. Fumetto franco-belga, argentino, americano, autori celebri e sconosciuti, tutto finisce nella mia biblioteca, molto aspetta ancora di essere letto, nel frattempo dilapido una fortuna. Su due cose sono profondamente ignorante: i supereroi "classici" (ad eccezione di Batman, per cui ho una venerazione, non leggo una storia dell'uomo ragno & c. dagli anni 80) e il fumetto giapponese. Per il Papersera, con il nick "piccolobush", collaboro all'annuale premio, scrivo qualche articolo quando necessario e mi occupo, con puntuale ritardo, del settimanale "Topolino"