Topolino 2953
Il numero in edicola vede la conclusione della saga olimpica scritta da Gagnor e disegnata da Mazzarello: Londra 2012 – caccia all’oro termina, come prevedibile, con il consueto richiamo ai nobili valori che ispira lo sport, ma l’idea alla base e tutto lo svolgimento sono davvero macchinosi e arzigogolati. Chissà che quell’espressione di Battista, “vi offendete se vi dico che non ci ho capito nulla?”, non sia stata messa apposta per consolare il lettore perdutosi nei meandri dello spazio-tempo.
In apertura di albo ci si era comunque immersi in una classicissima storia di Panaro, con i disegni di De Lorenzi: in Manetta e la maschera della verità la ribalta è tutta per l’ispettore che, fin troppo emancipato anche rispetto al modello faraciano, svolge un’indagine e arriva ad arrestare il colpevole senza aiuti esterni, come farebbe Topolino! La storia comunque è gradevole anche se non originalissima (il compagno di scuola ritrovato e creduto un fuorilegge è un plot abbastanza comune, vedi “Pippo e il compagni di prima” di Savini/De Vita per citare un esempio), ma la lunghissima (e in gran parte inutile) spiegazione finale appesantisce parecchio la lettura.
Due brevi riempitive, funzionale quella dedicata a Eurodisney di Limido, un po’ risaputa Paperino e il riposo sfiancante di Panini e Amendola e finale con una danese scritta dai coniugi McGreal e disegnata da Falmming Andersen. Avventura adrenalinica Paperino e il pallone da un milione, con caccia all’oggetto all’ultimo respiro: Andersen stupiva di più nei lavori passati quando, a storie con questo ritmo, i suoi disegni “schizzati” davano quel qualcosa in più. Ora il suo stile è più tranquillo e anche la storia, non eccelsa per inventiva e per umorismo, ne risente.
Da segnalare nella parte extra-fumetto, una intervista al celebre paleontologo americano John Horner, novello John Hammond, e un articolo olimpico che rievoca la vicenda di Dorando Petri, oltre a presentare il campione italiano e olimpico di marcia, Alex Schwazer.