Topolino 3018

25 SET 2013
Voti del fascicolo: Recensore: Medio: (26 voti) Esegui il login per votare!

Questo numero chiude l’era Disney Italia e lascia spazio ad una nuova gestione quella Panini; forse per non impaurire troppo i lettori per questo cambiamento si è deciso di mandare alla stampa un numero mediocre, con storie di un livello piuttosto lontano da quello a cui siamo stati abituati negli ultimi mesi.

L’unica storia che rende il numero degno di essere letto è Bum Bum e l’androide perfetto (Mastantuono/Intini) in cui il tratto di Intini, sempre particolare e gradevole, attento ai particolari ed evocativo nelle espressioni dei personaggi, si adatta alla perfezione al carattere di Bum Bum Ghigno che in questa avventura deve trovarsi in una fase, diciamo maniacale, della sua esistenza. L’affresco che se ne ricava è un misto di divertimento e di riflessione che rende queste pagine molto intense e Bum Bum ne esce come sempre vincitore.

Purtroppo da qui in poi non si riesce a trovare elementi narrativi interessanti; in Topolino, Macchia Nera e l’incredibile viaggio dell’acqua (Bianchi/Soldati) si assiste ad una didascalica avventura che descrive il percorso di una molecola d’acqua. Storia su commissione senza dubbio e questo giustifica in parte la mancanza di verve e di creatività, ma la storia utilizzata non sta in piedi, i personaggi sono caratterizzati in modo poco credibile e l’utilizzo continuo della parola “acqua” e dei suoi derivati invece che incuriosire infastidisce.

La situazione non migliora con la breve Paperino, Paperoga e il tracciato cittadino (Valentini/Milano), nè con Weird West Mickey – Scherzi della memoria (Pericoli/Dalena) e Weird West Mickey – Il magico west di Pippo (Pericoli/Dalena), che forse non riescono nel loro intento di creare un mondo parallelo che suggestioni il lettore con atmosfere particolari, alla fine della lettura resta poco, non si riesce ad andare più a fondo del piano narrativo e la sensazione è che non ci si riesca perchè non c’è niente.

Infine Wizards of Mickey – I custodi della memoria (Venerus/Perina) che non dona di certo smalto al numero, verbosa, prolissa, il cui intreccio si perde creando più confusione che altro.

Insomma numero mediocre che si salva solo per la storia d’apertura e per “Che aria tira…” della Ziche che è davvero esilarante…

Autore dell'articolo: Nebulina