Disney Big 72

01 APR 2014
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Ogni tanto è bello non dover sferzare come al solito una testata disneyana, e poter evitare il lavoro di critica e di bacchettate sulle mani. Questo numero di Big cade a fagiolo, perché sembra segnalare un’inversione di rotta. La certezza l’avremo solo col prossimo, però per ora siamo fiduciosi.
Questo numero presenta in apertura, con bella copertina dedicata di Mastantuono, una sezione con le storie di Zio Jeremy. Inventato da Bruno Sarda e impostato graficamente da Massimo De Vita, l’anziano zio di Topolino è un mezzo brigante, cacciatore di tesori pronto a tutto per raggiungere il suo scopo. Disonesto ma non troppo, scanzonato quanto basta, risulta un personaggio piuttosto riuscito, anche se le storie non si discostano molto dal canonico clichè. Le prime tre storie, pubblicate in ordine cronologico, un ottimo De Vita e un valido Zironi, reminiscenze di Stevenson e buon ritmo. Si spera che continuino anche nel prossimo numero.
Big continua a sfruttare bene il suo spazio pubblicando – finalmente – una serie completa, ovvero Parlane ancora prof. Gaja Arrighini immagina Pico professore di liceo intento a dare pillole di saggezza ai suoi giovani studenti. Vediamo così l’infanzia di Pico, tra problemi di bullismo, disagi fisici, scontri adolescenziali: tutto questo dona parecchia umanità ad un personaggio spesso visto come algido. Una buona e divertente prova, supportata da disegni piacevoli. Nella fine anni ’90 e nei primi anni ’00 erano frequenti le serie composte da brevi, e questa ne è un buon esempio.
Sarda spunta di nuovo fuori con una bella avventura con il suo Indiana Pipps e con Pippo, su disegni di un plastico Deiana. Infine, le sezioni dedicate alla cultura e agli ospiti riservano alcune storie poco note, come questa.
Bisogna notare che manca una storia in due tempi, il che è un vero peccato. però sono state fatte buone scelte. Vedremo se la saga di Jeremy continuerà insieme ad altre serie, oppure tutto finirà nel dimenticatoio, come al solito.

Autore dell'articolo: Amedeo Badini

Il fumetto è sempre stato una mia grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico mi ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il mio primo campo, ma non disdegno sortite e passeggiate in territori vicini. Per il Papersera ho scritto più di 100 recensioni, oltre ad aver curato una parte degli articoli sulle testate disney del passato. Inoltre, ho realizzato il Don Rosa Compendium, un'analisi dettagliata di tutte le storie del grande autore del Kentucky. Scrivo di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per la Tana del Sollazzo.