Disney Big 73

01 MAG 2014
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Big continua ad essere una testata saliscendi, che non capisci bene come venga costruita. Anche se, da un paio di numeri a questa parte, finalmente sfruttano le 500 pagine per pubblicare cicli completi di storie. Poi, che la qualità sia buona, è ancora un altro discorso, ma almeno apprezziamo il completismo. Completismo che viene rispettato però solo a volte.
Così, a fronte di una mediocre serie che occupa molto spazio, pubblicata però in maniera completa, come Q-blog, con anche l’onor della copertina, abbiamo strane scelte di incompletezza. è un peccato vedere solo una storia dalla serie minore Al college con lo zio dei bravi Macchetto e Palazzi, capaci almeno di mantenere unità stilistica, quando si potevano pubblicare tutte, proprio nella sezione dedicata a Gilberto. Ricordiamo che queste brevi serie, orchestrate spesso su personaggi minori, furoreggiavano nella fine anni ’90 – primi anni ’00.
Per non parlare della bellissima serie di Pezzin, La storia vista da Topolino, in cui si è sbizzarrito a dare a svariate epoche la presenza di Topolino e Pippo, mai ingenui o prevedibili. Così è un peccato vedere da sola la bella vicenda della Grande Piramide, con i disegni di un bravissimo Mottura. Pubblicare tutta questa serie sarebbe un mirabile colpo per il Big, ma così se lo sono bruciati, come al solito (e con questa serie era già successo, d’altronde).
Consola la presenza di buone storie come l’avvincente e fantascientifica Piramide Impossibile, in mano ad un validissimo Marconi, per un ottimo De Vita ai disegni. Oppure un valido Cimino, e un buon Concina in due puntate, serviti sempre da un Cavazzano che, pur modificando lo stile, esercita il suo fascino.
Il resto però non affascina, e continua a stupire questa sequela di occasioni mancate, che lo spazio del Big dovrebbe evitare o, comunque, saper gestire meglio.

Autore dell'articolo: Amedeo Badini

Il fumetto è sempre stato una mia grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico mi ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il mio primo campo, ma non disdegno sortite e passeggiate in territori vicini. Per il Papersera ho scritto più di 100 recensioni, oltre ad aver curato una parte degli articoli sulle testate disney del passato. Inoltre, ho realizzato il Don Rosa Compendium, un'analisi dettagliata di tutte le storie del grande autore del Kentucky. Scrivo di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per la Tana del Sollazzo.