Topolino 3068

10 SET 2014
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Anche se il clima non sembrerebbe confermarlo, siamo ancora in estate e proprio in questa stagione le storie di Topolino appaiono più stanche.
L’avventura d’apertura è Paperino e Paperoga in: I misteri del Papersera (Buratti/Pochet), che nel suo complesso annoia. Il soggetto è molto semplice e si appoggia su un canovaccio conosciuto: i due cugini al lavoro come giornalisti del Papersera; nel loro eterno bighellonare vengono richiamati dal principale e costretti a svolgere il loro lavoro di giornalisti curando una rubrica sui misteri di Paperopoli. Compito facile sulla carta, ma non sul campo e così i due cugini decidono di dar spazio alla fantasia, riscuotendo un notevole successo; però le idee iniziano a scarseggiare e il destino ci mette la sua zampa facendo deragliare la storia con tutto il treno. Senza rischiare di rivelare troppo si può affermare che la seconda parte dell’avventura vorrebbe calcare la mano sul registro demenziale-surreale per trasmettere un messaggio molto profondo e universale, ma lo svolgersi dell’azione risulta troppo veloce, gli eventi avvengono con una rapidità che stordisce, il tutto appare poco verosimile e quindi poco coinvolgente, poiché il lettore non può immedesimarsi nei protagonisti e di conseguenza cogliere l’insegnamento che c’è insito nella morale della storia.
La parte del leone la fanno i disegni che sopperiscono, in molte occasioni, a dei tempi morti con gag divertenti e particolari precisi che catturano l’occhio risultando molto piacevoli.
Indiana Pipps e il Mistero delle Amazzoni (Sarda/De Vita) ha una trama originale, anche questa come la precedente utilizza un canovaccio conosciuto come quello della Macchina del Tempo, ma l’autore decide di utilizzare come protagonista indiana Pipps al posto di Topolino e Pippo. L’espediente utilizzato è credibile e verosimile, quello che accade è più che plausibile, i personaggi vengono utilizzati molto bene e recitano la loro parte in modo impeccabile, soprattutto Indiana ne esce rivitalizzato.
Quello che rovina un po’ la storia è la seconda parte, cioè quello che dovrebbe esserne il cuore, la vicenda delle Amazzoni; in questo caso, al contrario di quelli disneyani, i personaggi appaiono provi di mordente e di personalità, non incidono per le loro caratteristiche apparendo evanescenti e impalpabili, così come i dialoghi anziché creare un’atmosfera antica e straniante, in cui Indiana si trova suo malgrado, rendono poco credibile il dialogare e le azioni.
Anche in questo caso i disegni ne escono vincitori e di sicuro il tratto inconfondibile di De Vita anima tutte le tavole, rendendo vivace anche ciò che alla sola lettura risulterebbe statico e opaco.
Pico de Paperis e l’Enigma dei Libri Nascosti (Gagnor/Florillo) è la consueta storia gioco, ma questa settimana a differenze delle prove precedenti Gagnor riesce a creare un’atmosfera davvero piacevole, il gioco è solidale con la trama e questo fa sì che gli enigmi incuriosiscano e il lettore sia più portato a risolverli.
Paperinik e la Bolla senza Tempo (Salati/Soldati): è forse la storia più completa dell’albo, sia a livello di soggetto, che appare originale e con vari piani di lettura, che come sceneggiatura; non annoia, fa riflettere e a tratti emoziona, non appare scontata, insomma come storia non è memorabile, ma molto piacevole, anche nella parte disegnata.
Infine, Zio Paperone, Nonno Bassotto e una Miniera di Guai (Panini/Asaro) chiude l’albo. Soggetto e sceneggiatura non sono criticabili, ma non si va oltre il piano narrativo, con personaggi usati bene, ben caratterizzati, ma non si scava a fondo, non si cerca di esprimere qualcosa di diverso. Quindi la storia risulta puro intrattenimento e che non rimane impressa nella memoria.
Il numero nel suo complesso si apprezza soprattutto per la puntata del topotravel che è ancora una volta molto piacevole. Buona lettura!

Autore dell'articolo: Nebulina