Topolino 3096

25 MAR 2015
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In questo Topolino 3096 spicca senz’altro L’Isola del Tesoro, a cui, tra l’altro, è dedicata la splendida copertina.
La nuova parodia disneyana ad opera di Teresa Radice e Stefano Turconi si conclude alla grande, mantenendo tutte le promesse e le speranze che erano state enunciate nei precedenti due episodi.
La storia, che più che una parodia sarebbe più corretto definire un adattamento del romanzo di Stevenson, rispecchia in maniera notevole la struttura dell’opera originaria, ma risulta allo stesso tempo permeata di quella disneyanità tanto cara ai lettori del settimanale.
Andando a rileggere tutti gli episodi si può notare come sembri non esserci un solo dettaglio fuori posto: trama e disegni si fondono alla perfezione, conferendo all’intera narrazione una marcia in più. La sceneggiatura alterna sapientemente una parte avventurosa e una parte riflessiva: quest’ultima risulta forse un po’ eccessiva per gli standard a cui si è abituati sul settimanale, ma sembra essere l’espediente migliore per amalgamare le atmosfere e i sentimenti dei vari personaggi.
Parlando di protagonisti, impossibile non restare affascinati dall’ambigua figura di Long Pete Silver, dall’evoluzione del rapporto che si instaura tra lui e il giovane Jim Topkins, e tra quest’ultimo e lo svagato Ben Goof.
Sul fronte grafico nulla da eccepire: ogni tavola, ogni vignetta, ogni espressione, sono realizzate con una tale maestria da lasciare a bocca aperta, e la sinergia tra i due autori è pressochè totale (ma questa ormai non è più una novità).

Il resto dell’albo ci riporta invece nella dimensione quotidiana di topi e paperi, alle prese con i problemi di tutti i giorni.
Un ottimo esempio di quotidianità è rappresentato da Zio Paperone e le frottole da un dollaro, di Vito Stabile e Alessandro Perina. Messo da parte il leitmotiv delle catastrofi finanziarie, il giovane autore sforna una piccola perla, che pur partendo da uno spunto tutt’altro che nuovo si sviluppa poi come se niente fosse in maniera originale e divertente. Gag e citazioni si susseguono in maniera spontanea e naturale, senza forzature, e i bei disegni di Perina sono la classica ciliegina sulla torta.
Abbiamo poi Pippo e la febbre delle due ruote (D’Antona/Ubezio), una breve che sembra riprendere la struttura dei cortometraggi della serie How to, con protagonista sempre il nostro Pippo, e Paperino, Paperoga e la missione strappalacrime (Sarda/Lucci), che riporta invece in scena la P.I.A., con una trama che rispecchia il solito canovaccio della serie (e che onestamente, in questo caso, sa un po’ troppo di già visto).
Chiude l’albo Il lago dei paperi (Michelini/Gatto), che ha un po’ deluso le aspettative di buona parte dei lettori: a conti fatti la storia risulta – spiace dirlo – piuttosto scialba e con una trama non molto chiara, sia per quello che succede sia per le motivazioni che portano i protagonisti ad agire in quel determinato modo.
Tra i redazionali spicca un articolo sul neonato magazine “Storie della buona notte”, e non si può poi non citare l’editoriale di Valentina De Poli, da sottoscrivere con forza parola per parola!

Autore dell'articolo: Valentina Corsi

Ho imparato a leggere a 4 anni con Topolino e non l'ho più abbandonato. È stata anzi la molla che mi ha portato a scoprire l'amore per la lettura, in tutte le sue declinazioni. Dalle strip dei Peanuts ai Bonelli (sono una texiana incallita), ad Asterix, ai romanzi e a molte altre declinazioni, la lettura è sempre stata una mia compagna fissa. Sono sul Papersera dal 2006, oltre che alla moderazione del forum collaboro alla gestione della pagina Facebook, mi occupo delle recensioni settimanali di Topolino e, tempo permettendo, contribuisco a supportare le varie iniziative dell'Associazione, sia attraverso lo schermo, sia dal vivo in occasione di fiere e raduni.