Topolino 3098
Questa settimana le storie proposte non rendono il numero memorabile, poiché pur essendo a tratti divertenti non convincono fino in fondo. Eccezione fatta per Che aria tira a… Paperopoli in cui la Ziche riesce col solito tratto e la solita ironia a far riflettere sorridendo.
In Agente Speciale Ciccio in: il peso del dovere, Secchi e Perina mettono in scena una storia dello G.N.A.M., un ciclo che ha al suo attivo storie non proprio eccelse, ma in questo caso il risultato è migliore del solito. Il merito sta nel non ricalcare lo stesso canovaccio di sempre, ma nell’inventare una situazione diversa, sfruttando un lato del carattere di Ciccio non troppo utilizzato.
Il nostro, infatti, di fronte alla prospettiva di dover mangiare meno per non ingrassare ancora e continuare, dunque, ad essere lo zimbello della stampa, decide, furioso, di dare le dimissioni e da questo spunto prende vita un’avventura che diverte e intrattiene, senza strafare, ma pone questo episodio tra i migliori della serie.
Inoltre la storia fa da apripista all’articolo successivo in cui si parla di cucina a tutto tondo con interviste e approfondimenti molto interessanti, che possono stimolare alla riflessione.
Minni, Topolino e l’impeccabile Mary Lou (Stabile/Mazzarello) si presenta come un racconto di vita quotidiana in quel di Topolinia e in questo riesce benissimo. Sia Minni che Topolino, così come tutta la combriccola di amici, risultano infatti ottimamente caratterizzati, i dialoghi appaiono freschi e opportuni, è proprio il soggetto ad essere poco interessante e fin troppo prevedibile. Per cui a fine lettura si rimane con l’amaro in bocca, ma con comunque la sensazione di aver letto una buona sceneggiatura.
Si arriva infine alla migliore del numero; si tratta di una breve, Quattro nella tenda (Valentini/Gottardo), che eccelle in freschezza dei dialoghi, in appropriatezza del lessico e originalità del soggetto. La trama è presto detta: i tre cugini, in compagnia di Ciccio sono intrappolati in una tenda e vivranno là dentro una rocambolesca avventura, senza essere mai visti, ma solo intuiti. Insomma un divertimento assicurato.
Macchia Nera e lo scoop compromettente (Panini/Zironi) ha una partenza col botto, una vivacità e una scelta dei tempi perfetta, non solo spiazza con un colpo di scena, ma anche il protagonista appare ben caratterizzato, in ottima forma. Poi però il palloncino piano piano si sgonfia, rendendo Macchia Nera sempre meno carismatico e la trama meno interessante. Nel finale si riprende, mi sarebbe piaciuta una motivazione criminale alla base della vicenda, ma non è stato così e come per la storia di Stabile/Mazzarello rimane quel retrogusto amaro che sciupa la lettura. I disegni di Zironi invece sono dinamici e davvero belli.
Infine, Zio Paperone e il marketing odorofonico (Macchetto/Amendola), è una storia che va letta senza neppure tentare di cercare un piano di lettura diverso da quello narrativo. La trama in se stessa non si discosta molto dalla lotta tra i due arcimiliardari, ma presenta particolari che vorrebbero essere divertenti, ma che possono risultare imbarazzanti, perché vedere Zio Paperone cullato e consolato da un Robot-tata può far sorridere una volta, non dieci!
In conclusione direi che è un numero sotto la media attuale che vale l’acquisto soprattutto per la breve, che porta una ventata di talento, originalità e divertimento.