Topolino 3100
Due storie spiccano sulle altre per lunghezza nel numero 3100 e sono decisamente le più riuscite: Zio Paperone e il quinto gusto e mezzo è sceneggiata da Sisti, firma storica della rivista, che mette in scena una avventura assai coinvolgente e ricca di trovate. Il confronto con la storia che apre il numero Filo e Brigitta e l’appetito artistico, per molti versi simile, è inevitabile ma quella della Arrighini è decisamente meno originale e meno brillante.
L’altra storia che prende maggior spazio è il ritorno della serie Topolinia 20802 con l’episodio Cattive acque, con testi di Vitaliano e disegni di Mazzarello. L’idea alla base del progetto è sicuramente stuzzicante, una sorta di Mistery Magazine meno “hard boiled” ma comunque mirato a ridare smalto alla figura di Topolino, affrancandolo dai tanti vincoli della classica Topolinia. In questa occasione sembra quasi di rivedere il Mickey giornalista degli anni ’30 e non solo per il fatto che lavora in un quotidiano, ma forse non tutto scorre alla perfezione. C’è una trama buona, dialoghi che sanno essere divertenti quando serve (magari tirato un po’ troppo in lungo il tormentone del minestrone), c’è la descrizione di una organizzazione mafiosa in piena regola e dei loro metodi assai simili, per finalità e conseguenze, a quanto accade nella realtà, però tutta la parte dell’indagine finisce per restare un po’ dispersa in una miriade di altre vicende, risultando meno coinvolgente di come avrebbe potuto essere: l’indagine stessa alla fine prende pochissime tavole e ai colpevoli si arriva in un battibaleno, togliendo un po’ di mordente a tutta la vicenda.
Per quel che riguarda la parte redazionale, l’intero numero è di fatto dedicato all’EXPO, con il tema dell’alimentazione che fa da filo conduttore a tutte le storie presenti e con una serie di approfondimenti.