Topolino 3105
In questo Topolino 3105 si giunge alla conclusione della nuova avventura di Pikappa, Gli argini del tempo, che sembra pescare a piene mani dalle atmosfere di PKNA. Il risultato finale è discreto, ma sembra destare qualche perplessità: la trama ideata da Alessandro Sisti si rivela forse un po’ troppo prolissa e priva di azione, specialmente alla luce del precedente episodio, che, pur venendo citato in più di un’occasione, lascia comunque aperti degli interrogativi circa la sua consequenzialità con questa nuova storia appena conclusa. Storia che sicuramente è stata molto penalizzata anche dalla suddivisione in quattro puntate, che stavolta, più che un punto di forza, ha avuto il demerito di amplificare i punti deboli della narrazione. Il risultato finale sembra quindi lasciare un po’ di amaro in bocca, ed è un peccato perchè a conti fatti l’intreccio messo in piedi risulta tutt’altro che banale, ed è, per certi versi, anche molto intrigante.
Sul fronte grafico il tratto di Claudio Sciarrone si mantiene costante e con inquadrature a dir poco ardite.
Il numero continua con un nuovo episodio de La storia dell’arte vista da Topolino: Topner, Pippington e l’ultima battaglia della Temeraire (Gagnor/Zanchi) si ispira alle tematiche care a William Turner e ai pittori impressionisti, a cui è dedicato l’articolo che segue la storia; come anche negli episodi di qualche settimana fa, a differenza della prima serie l’aspetto artistico risulta secondario rispetto alla trama, a cui fanno comunque da contraltare degli splendidi disegni.
Dopo due brevi piuttosto dimenticabili (dispiace dare giudizi così drastici, ma il secondo episodio de Incubi in cucina sembra essere la fotocopia del – già non esaltante – precedente, mentre quella di Bosco con Pippo è poco più di una gag già vista diverse volte in passato) è il turno di Zio Paperone e il tesoro della luna (Vessella/Guerrini), storia che anche lei convince poco per via della grande prevedibilità delle situazioni rappresentate: non è brutta, ma manca decisamente di originalità, cosa che non si può dire, invece, per quanto riguarda i disegni, che si mantengono dinamici e frizzanti.
Chiude il numero Paperino, Paperina e l’escalation virtuale, con Blasco Pisapia che in veste di autore unico mette in scena un divertente ed attuale spaccato di vita reale, con un sapiente uso di quei mezzi tecnologici spesso osteggiati dai lettori più maturi ma che qui invece risultano calzanti e funzionali alla trama, senza essere pesanti; cosa che si può dire anche dell’aspetto “morale” che scaturisce dall’intera vicenda.
Nel quadro dei redazionali, spazio all’approfondimento su EtnaComics, con dettagli sugli albi presentati e sugli eventi in programma.