Topolino 3142

10 FEB 2016
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Un numero di pura routine il 3142, con storie che pur raggiungendo una comoda sufficienza non hanno nulla perché restino nella memoria dopo la lettura. Unica eccezione la nuova avventura di Fantomius, per via della connessione con quelle precedenti e con le future. Ma a parte questo, anche il filone del nobile ladro non entusiasma più come all’inizio. Gervasio sembra essersi concentrato sul tentativo di inserire a pieno titolo il suo eroe nell’universo papero, riallacciandosi all’opera di Rosa, tentando di arricchirla, strizzando l’occhio ai lettori con citazioni continue, ma si è perso di vista un po’ quello che era il tratto distintivo delle prime storie. Quella definizione, “le strabilianti imprese”, appare superata, dato che da tempo le imprese di Fantomius hanno poco di strabiliante. L’atto “criminoso” in sé è ridotto a puro contorno delle vicende personali e mancano anche avversari credibili per una figura che, nel frattempo, è diventata quasi invincibile.
Ovviamente è una scelta legittima e sicuramente i lettori lo seguiranno con favore soprattutto in questi tempi di grande attenzione per la filologia, però passare da Diabolik a Julia è un salto non da poco.

Per il resto la fa da padrone S. Valentino, con le altre storie lunghe incentrate in qualche modo sui sentimenti e sull’amore.


Gambadilegno e il gioco delle coppie è una classica commedia degli equivoci scritta da Vitaliano: trama inconsistente tutta al servizio delle gag per una tarda parodia di una vecchia trasmissione degli anni 90 (“tra moglie e marito”, già omaggiata in un’altra occasione anni fa e curiosamente con lo stesso “errore” nel nome). Sembrava interessante l’attenzione posta inizialmente sul personaggio di Sgrinfia, eterna comparsa che poteva prendersi almeno per una volta la scena, ma tutto si conclude senza nessun particolare approfondimento.

Salati e D’Ippolito ci raccontano, in maniera fin troppo cervellotica, l’ennesima fiamma di Archimede, mentre Bosco e Amendola presentano il nuovo affare sballato dello zione, stavolta a tema amoroso come si confà al periodo.

Spazio poi ai servizi: una panoramica dei partecipanti al festival di San Remo con annessa intervista al conduttore e la presentazione dell’All Star Game a cura del giornalista Flavio Tranquillo.

Autore dell'articolo: Gianni Santarelli

Abruzzese, ingegnere elettronico riconvertito in quel che serve al momento. Il mio rapporto con i fumetti segue tutta la trafila: comincio a cinque anni con le buste risparmio della Bianconi (sovvenzionato da mia zia), poi Disney, i supereroi Corno, i Bonelli (praticamente tutti, anche se abbandonati man mano). Verso i 18 anni scopro le riviste della Comic Art, leggo "Stray toaster" di Sienkiewicz e inizio un giro del mondo fumettistico che ancora non termina. Fumetto franco-belga, argentino, americano, autori celebri e sconosciuti, tutto finisce nella mia biblioteca, molto aspetta ancora di essere letto, nel frattempo dilapido una fortuna. Su due cose sono profondamente ignorante: i supereroi "classici" (ad eccezione di Batman, per cui ho una venerazione, non leggo una storia dell'uomo ragno & c. dagli anni 80) e il fumetto giapponese. Per il Papersera, con il nick "piccolobush", collaboro all'annuale premio, scrivo qualche articolo quando necessario e mi occupo, con puntuale ritardo, del settimanale "Topolino"