Topolino 3150
Un Topolino senza particolari picchi, il 3150, nella norma medio/bassa come in questo periodo capita, purtroppo, sempre più spesso.
Spicca, come da un mese a questa parte, il quinto episodio di PkTube, della pregiata ditta Sisti/Lavoradori/Monteduro. Come anche i precedenti episodi, Missione di (sub)routine centra l’obiettivo di andare a riprendere punti in sospeso o sottotrame dimenticate, pescando a piene mani da quel crogiolo di idee che è stato PKNA, e riuscendo a far rivivere le sensazioni di vent’anni fa anche ai fan e ai lettori più accaniti del personaggio, mentre, propio per la loro struttura particolare, possono continuare a risultare forse non chiarissime per chi invece non conosce il personaggio.
Il resto è assolutamente nella media: della storia di apertura di Stabile/De Vita, che si occupa quasi di mettere in evidenza il rapporto tra Topolino e la sua quattroruote resta soprattutto un senso di leggerezza: la trama non è niente di che, ma funge quasi da pretesto per diversi “tuffi nel passato”, grazie ad aneddoti e ricordi dei vari personaggi. Il risultato è un intrattenimento molto gradevole, ma sempre intrattenimento, perchè la narrazione sembra non spiccare mai il volo.
Volo che non inizia mai nemmeno con la storia finale, di importazione danese e seguito di un’altra avventura pubblicata poche settimane fa, anche lei dai toni abbastanza blandi e aleatori: i bei disegni di Cavazzano non riescono a sopperire ad una trama talmente bislacca e nonsense che viene da chiedersi se davvero non ci fosse stato niente di più interessante. Va bene che è un sequel, va bene che il mondo è bello perchè è vario, ma è vero anche che ci sono sicuramente molte altre storie estere sicuramente più meritevoli. Un po’ di criterio e giudizio nella scelta non guasterebbe.
Restano altre tre storie brevi: Zio Paperone e lo sciopero paradossale (Zemelo/Vian) è una breve lampo (8 tavole) che è poco più di una gag allungata, ma per brevissima che sia, se non altro riesce a strappare un sorriso, ed in più è allietata dai disegni dinamici di Roberto Vian. Simpatica in fondo anche quella a firma di Giorgio Salati, che può vantare anche i bei disegni di Ottavio Panaro, mentre invece lascia decisamente perplessi quella con Pippo, sia per trama inconcludente, sia per disegni che, nonostante la veneranda età di Asteriti (tanto di cappello) ormai risentono in maniera evidente del peso degli anni, soprattutto nei dettagli e nei volti dei personaggi.
Senza infamia e senza lode, quindi, anche se forse qualche lode in più non sarebbe poi una brutta cosa.