Pk Giant 24 – Tyrannic

10 OTT 2016
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La copertina di Alberto Lavoradori segna un interessante contrasto con la storia all’interno. Infatti, Tyrannic fu la prima storia pubblicata su Pkna a possedere un approccio più tradizionale, più vicino a quello standard di Topolino. Andrea Ferraris non compie un cattivo lavoro, intendiamoci: il suo disegno pulito e le sue espressioni facciali sono convincenti e chiare, senza mai complicare la narrazione. Ma, certamente, rispetto alle matite viste fino ad adesso mancano i layout complessi, le tavole debordanti, splash page e inquadrature particolari. Il contrasto nasce spontaneo a vedere la copertina inedita di Lavoradori, colui che per primo disegnò Pkna e il cui lavoro a livello di concept fu fondamentale per la realizzazione della serie.

Dopo un lungo periodo passato lontano da Disney, è tornato sulle pagine di Topolino, portando una frizzante carica innovativa, ancora maggiore di quella del 1996. Il suo stile quasi cubista, il suo gusto nella distorsione delle proporzioni, la sua capacità di deformare la realtà pur mantenendola vera e credibile, la sua prospettiva grandangolare, tutti questi elementi sono presenti in questa copertina, esplosiva e capace di attirare l’attenzione. Lavoradori negli ultimi anni ha raccolto detrattori e ammmiratori: noi, personalmente, ci schieriamo tra questi ultimi. In questo numero, poi, si vede il differente approccio, con lo stile di Ferraris, corretto ed efficace, ma in qualche modo spento. Riesce comunque a rappresentare bene le atmosfere un po’ thriller della sceneggiatura di Francesco Artibani. L’autore romano porta avanti la sua saga dedicata a Morgana Fairfax e al progetto Pangea. Il prof., meno magnetico rispetto alla figura altera e affascinante donatagli da Guerrini, continua ad essere un personaggio ricco di fascino, supportato dalla new entry Oberon de Spair che, con poche, efficaci battute, si imprime nella mente del lettore. La storia è dunque ricca di azione e di momenti anche drammatici, e rappresenta un buon numero, seppur minore rispetto alla grandiosità di Terremoto.

Poco da dire sulla miniserie, che si avvia alla conclusione e si fa ricordare per i giochi barocchi di Mottura, sia come matite che come colori.

Autore dell'articolo: Amedeo Badini

Il fumetto è sempre stato una mia grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico mi ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il mio primo campo, ma non disdegno sortite e passeggiate in territori vicini. Per il Papersera ho scritto più di 100 recensioni, oltre ad aver curato una parte degli articoli sulle testate disney del passato. Inoltre, ho realizzato il Don Rosa Compendium, un'analisi dettagliata di tutte le storie del grande autore del Kentucky. Scrivo di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per la Tana del Sollazzo.