Topolino 3180
Dopo la variant, ecco la copertina “classica” dedicata a Duckenstein, nell'albo con la seconda e ultima parte della storia, terzo blocco della cosiddetta “trilogia dell'orrore” di Bruno Enna e Fabio Celoni.
La narrazione prosegue con la maestria a cui i due autori ci hanno ormai abituato, tra atmosfere e disegni di altissimo livello, offrendoci quella che si presenta come l'ennesima Grande Parodia disneyana, tra l'altro di un romanzo tutt'altro che leggero e spensierato.
Il resto del numero non si dimostra invece all'altezza, presentando quattro storie abbastanza ordinarie, perlomeno a livello di svolgimento, perchè ce ne sono due che hanno degli spunti comunque piuttosto interessanti.
Paperino e il temibile “V” (Moscato/Franzò) è una sorta di commedia degli equivoci basata sulle leggende metropolitane che nascono dal nulla, prevedibile nello svolgimento ma gradevole, allo stesso modo di Manetta e il testimone comodo (Valentini/Gottardo).
Paperino e l'impegno della nullafacenza (D'Antona/Baccinelli) e Qui, Quo, Qua e l'avvisatore tempestivo (C. Panaro/O. Panaro) si presentano invece come i tasselli più deboli della settimana, con trame abbastanza classiche e prevedibili.