Topolino 3184

06 DIC 2016
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Mentre la storia di Pk si avvia verso la fine (cioè la settimana prossima, quando si potrà dare un giudizio più completo), quasi in sordina fa la sua comparsa una nuova parodia, pensata per commemorare i 400 anni dalla scomparsa di Shakespeare. Giorgio Salati decide di omaggiare l’Amleto, confezionando una storia decisamente ben riuscita.

Nonostante per drammaticità e intensità dei temi trattati, la tragedia di Shakespeare non sia certo inferiore a opere come quelle di Stevenson, Melville e altri, l’autore decide di adottare un registro narrativo molto più leggero rispetto alle ultime parodie apparse sul settimanale. Seppure abbastanza fedele nello svolgimento, infatti, tutta la vicenda è costellata di ottime trovate a cui ben si confà la scelta di un disegnatore come De Lorenzi, dal tratto lineare e immediato ma ugualmente espressivo.

Salati fa un ottimo lavoro perché riesce a mantenere, nascoste sotto un velo di umorismo, molte delle tematiche presenti nel testo shakespeariano. Come esempi si possono citare non solo quello più lampante della morte del Re Amleto, trasformata qui in un incantesimo, ma anche aspetti che rimangono più sotto traccia, ma sempre evidenti, quali il rapporto del principe con le donne: come il vero Amleto, anche il Paperino di questa parodia non perdona alla Regina di essersi scelta un nuovo compagno dopo la “scomparsa” del padre e non nasconde il suo risentimento verso la donna. Il tutto poi, nella parodia, assume una luce ancor più particolare vedendo quali personaggi disneyani interpretano il re e i due concubini.

Insomma un sapiente lavoro di riscrittura per una avventura che può essere gustata da tutti grazie ai livelli di lettura che possiede.

Due brevi riempitive completano la parte relativa al fumetto della rivista, mentre per la parte redazionale sono interessanti soprattutto le interviste ai due autori del Duckleto.

Autore dell'articolo: Gianni Santarelli

Abruzzese, ingegnere elettronico riconvertito in quel che serve al momento. Il mio rapporto con i fumetti segue tutta la trafila: comincio a cinque anni con le buste risparmio della Bianconi (sovvenzionato da mia zia), poi Disney, i supereroi Corno, i Bonelli (praticamente tutti, anche se abbandonati man mano). Verso i 18 anni scopro le riviste della Comic Art, leggo "Stray toaster" di Sienkiewicz e inizio un giro del mondo fumettistico che ancora non termina. Fumetto franco-belga, argentino, americano, autori celebri e sconosciuti, tutto finisce nella mia biblioteca, molto aspetta ancora di essere letto, nel frattempo dilapido una fortuna. Su due cose sono profondamente ignorante: i supereroi "classici" (ad eccezione di Batman, per cui ho una venerazione, non leggo una storia dell'uomo ragno & c. dagli anni 80) e il fumetto giapponese. Per il Papersera, con il nick "piccolobush", collaboro all'annuale premio, scrivo qualche articolo quando necessario e mi occupo, con puntuale ritardo, del settimanale "Topolino"