Deluxe Edition 12: Duckenstein di Mary Shelduck

04 MAG 2017
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Dopo Dracula e Ratkyll la trilogia dell'orrore firmata da Bruno Enna e Fabio Celoni raggiunge il compimento con Duckenstein di Mary Shelduck. Il viaggio nel romanzo gotico arriva con uno dei principi della materia: la storia della Creatura è infatti un formidabile compendio del romanzo ottocentesco, utilizzando forme narrative inedite e nuovi punti di vista, per poi andare a sondare la mente umana e i suoi disperati e sognatori aneliti verso nuovi orizzonti.
In linea con quanto fatto nei lavori precedenti, Enna trova un furbo escamotage metanarrativo: il cartone animato cui dare vita è concetto profondamente disneyano, e calza a pennello per il nostro Paperino. Lo sceneggiatore sardo usa un ampio cast di soli paperi (più un riuscito e divertente Dinamite Bla) per dare vita ad una storia intensa e fatta di tematiche idealistiche e decisamente romantiche. Gli attori interpretano il tutto alla perfezione, sottolineando una volta di più la loro universalità. Sul lavoro di Celoni c'è poco da dire, come al solito: la sua maestria, l'utilizzo di linee barocche, inquadrature attorcigliate e personaggi che si muovono in maniera ardita sono una gioia per gli occhi e attanagliano il lettore alle pagine. La Creatura, nel suo essere minacciosa e allo stesso tempo tenera, le grandi splash-page, gli sguardi intensi: tutto concorre all'esaltazione del tema centrale. L'arte, e il disegno, come chiave per dare un senso alla vita stessa. Infine, i colori dell'esordiente (su Disney) del giovane Luca Merli sono eccezionali: i tramonti, i rossi caravaggeschi, i blu, tutto perfetto.
Sui contenuti speciali, il volume è in linea con i precedenti: cinque pagine totali, sketches dei personaggi e la genesi della storia da parte di Enna. Infine, la copertine inedita, davvero bella nel suo stile a pastello. Poteva essere fatto qualcosa in più, ma in generale il risultato è buono, il grande formato esalta i bellissimi disegni, e il tutto è molto elegante. Il cofanetto che contiene la trilogia, in robusto cartone, è degno complemento di questa operazione, così come la nuova copertina di Ratkyll (peccato non aver ridisegnato quella di Dracula).
Alcuni potrebbero lamentarsi sull'eccessiva fedeltà e la certa abbondanza testuale presente in queste parodie, un approccio all'opera originale completamente diverso da quello, un po' disturbante a volte, di Martina. Ma è indubbio come il risultato finale funzioni e consegni ai nostri personaggi temi e considerazioni che vanno oltre il mero fumetto, per toccare corde nuove e profonde. Dunque, in tutto il suo insieme, la trilogia gotica si pone come un tassello fondamentale, non solo della parodia disneyana, ma anche del fumetto Disney tout court.
Si ringrazia Luxor per il prezioso aiuto iconografico.

Autore dell'articolo: Amedeo Badini

Il fumetto è sempre stato una mia grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico mi ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il mio primo campo, ma non disdegno sortite e passeggiate in territori vicini. Per il Papersera ho scritto più di 100 recensioni, oltre ad aver curato una parte degli articoli sulle testate disney del passato. Inoltre, ho realizzato il Don Rosa Compendium, un'analisi dettagliata di tutte le storie del grande autore del Kentucky. Scrivo di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per la Tana del Sollazzo.