Disney Big 117

01 GEN 2003
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Nei primi anni 2000 la Redazione di Topolino, all'epoca sotto la guida di Claretta Muci, era alle prese con un grave problema ancor oggi attuale: riportare al suo meglio il personaggio che dava il nome alla testata attraverso un accorto restyling dei suoi stilemi grafici e caratteriali. Col tempo infatti il Topo dalle grandi orecchie aveva perso parte della sua forte personalità, assumendo le scomode caratteristiche del protagonista esemplare, impeccabile, sempre vincente e senza il benché minimo difetto. Proprio al fine di eliminare tali fastidiosi clichés e ogni sorta di stereotipo venne promossa un’iniziativa corale che avrebbe coinvolto alcuni tra i migliori autori a disposizione allo scopo di creare nuovi orizzonti e nuovi scenari dove immergerlo, per mutare finalmente la sua artefatta psicologia “perfetta”.
All'interno del numero dicembrino di BIG le uniche due storie degne di particolare attenzione sono opera di due punti cardine di tale progetto, Corrado Mastantuono e Andrea Castellan, che, grazie al loro convincente operato, sono riusciti più di molti altri nello scopo editoriale.
La gradevole copertina dell'autore romano introduce la sua Topolino allo specchio, dove l'esistenza del protagonista è stravolta dalla presenza di un doppio imperfetto, tremendamente somigliante e a tratti superiore (tema classico che ci rimanda a vari capolavori degli Anni d'oro). La guerra tra originale e sosia, dapprima psicologica, si tramuta in un autentico conflitto esistenziale dal quale uno soltanto uscirà vincitore. Tanto il lettore di lunga data quanto il neofita riscopre così i costrutti tipici del Topolino ideale di Gottfredson o Scarpa, moralità e comicità nel segno della verosimiglianza, complici i suoi numerosi momenti di riflessione in cui spesso arriva a mettere in dubbio persino sé stesso. Ne deriva un plot interessante, basato su piacevoli situazioni oggi al limite del politicamente corretto, molto realistiche e funzionali alla narrazione.
Un livello qualitativo piuttosto alto si fa sentire anche nel Tenebroso canzonatore di Casty che alleggerisce la figura di Mickey rendendola dimensionata e umana. L'eroe, ora cosciente dei rischi cui va incontro e partecipe della vicenda, viene rivalutato ed esaltato dai comprimari che lo attorniano, determinanti per la sua evoluzione. Lo sviluppo segue quindi i ritmi di un thriller in crescendo, incentrato su un interrogativo di fondo alla trama che però tende (e qui la genialità dello sceneggiatore) a rarefarsi nella Spannung, fino alla soluzione conclusiva. Gli evocativi disegni di un Mangiatordi agli esordi ma già padrone della tavola bilanciano alcuni vuoti narrativi, caratterizzando notevolmente il cattivo di turno.

Più in generale purtroppo il resto dell'albo è ben poco intrigante in confronto a quanto evidenziato sinora, non foss'altro per la presenza di una scarpiana anche piacevole, ma che purtroppo figura già nel sommario dei Grandi Classici 24. Questa e altre recenti anomalie testimoniano il periodo negativo che BIG e l'intera casa editrice stanno vivendo: nel 2018 la testata compirà i suoi primi dieci anni, ma in un'epoca costellata di chiusure improvvise e repentini cambi di rotta tutto può sempre succedere.

Autore dell'articolo: Topolino08