Topolino 3541

15 OTT 2023
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Topolino 3541

A fungere da ospite d’onore di Topolino 3541 è sicuramente Fantomius, al suo ritorno sulle pagine del magazine dopo un anno e mezzo di latitanza, guadagnandosi anche l’onore della copertina.

Fantomius torna a colpire in realtà non è una storia del calibro delle precedenti, che furono una sorta di primo climax narrativo del ciclo. Il ladro gentiluomo torna ad affrontare eventi dalla portata più comprensibile, privati di espedienti come i viaggi nel tempo o di minacce come Cuordipietra, e che semplicemente girano attorno al furto di un oggetto che è poco più di un McGuffin, con l’unica funzione quella di attirare le attenzioni dei personaggi.

Di fatto, il prototipo della batteria a energia infinita assolve l’unico scopo di mandare in fumo i piani di tutti i partecipanti. Marco Gervasio scrive e disegna un Quackett sfacciatamente dubbioso, atteggiamento sottolineato a più riprese e che forse seminerà un percorso evolutivo che vedremo in futuro.

A lato, un ritornello donrosiano affastella le pagine, riportando in scena Ortensia e Quackmore, freschi della chiusura de Il cuore dell’Impero, fornendo all’episodio persino una collocazione temporale.

Mai come a questo giro due ambientazioni si sono così sovrapposte e così allontanate allo stesso tempo. Mentre nella storia di Fantomius Paperino e Della venivano affidati a Nonna Papera, la stessa Elvira (anno più o anno meno) ospita un piccolo Archimede in Tutto accadde alla fattoria, di Marco Nucci e Donald Soffritti.

La storia gioca sulla somiglianza fisica tra Archimede e Newton, fuorviando il lettore nel credere che si tratti una storia incentrata sul secondo e poi spiazzandolo nel finale, dove vediamo un parimenti giovane Ciccio.

Il piccolo Archimede affronta per la prima volta la scacchiera di Sissa, leggendario problema matematico di origine indiana che vuole ad ogni casella il raddoppiarsi di un chicco di riso posto sul precedente, raggiungendo in fretta numeri abnormi e presto ricoprendo, nella storia, l’intera vallata di melanzane. Ad aiutare Archimede, un piccolo scoiattolo che vediamo ormai anziano nel finale.

La storia, al di fuori del succitato inganno, non ha particolari guizzi, se non quello, ancora un volta, di richiamare Don Rosa in scena con la riapparizione di Fulton Pitagorico.

Retcon, retcon everywhere

Ancora sotto la firma di Nucci, Topolino e la disavventura a scatti rappresenta una di quelle storie corali che di quando in quando fanno capolino sul settimanale. A questo giro, l’obbiettivo è celebrare i quattordici artisti che hanno fatto debuttato su Topolino negli ultimi anni e che sono riusciti a rimanere, con la speranza che diventino futuri maestri.

Si affiancano quindi in ordine: Nico Picone (classe 2013), Mario Ferracina, Mattia Surroz (2015), Federico Franzò (2016), Andrea Malgeri (2018), Ivan Bigarella, Giulia La Torre, Giulia Lomurno (2020), Simona Capovilla (2021), Federico Maria Cugliari (2022) e Federico Butticè (2023); a spiccare agevolmente sono gli ormai poco novizi e ben più maestri Stefano Zanchi (2011), Libero Ermetti (2014) e Emmanuele Baccinelli (2015).

Chiude l’albo il penultimo episodio de Gli Evaporati 2, sempre per i testi di Bruno Enna e i disegni di Davide Cesarello.

Facilmente fiore all’occhiello dell’albo, la storia ci porta ad un passo dallo scontro finale con Quantum, l’alter ego quantistico di Enigm, e con il suo incognito bestio da guardia. Macchia Nera riprende tutta la sua cattiveria originale nel tentativo di far esplodere il picco dove si trova Topolino e non scade in facili buonismi neanche Gambadilegno, che si sottrae alle vicende in un estremo atto di (innocua) codardia.

I personaggi sono tutti posizionati per il gran finale, che nell’ultimo episodio porterà a casa uno dei cicli più belli e interessanti degli ultimi anni della rivista.

Un Macchia Nera mai così forte, mai così avido, mai così cattivo: semplicemente perfetto


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Autore dell'articolo: Andrea Pasti

Andrea Pasti cresce leggendo Topolino per tutta la vita. All'età di diciotto anni appende i fumetti al chiodo, per poi riprendere nel 2019 dopo aver conseguito la laurea in Scienze Geologiche. Come Leo Ortolani non ha ancora trovato una concreta applicazione del suo indirizzo.